Modena, 2 giugno 2012 - “La ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 20 e del 29 maggio sara’ il simbolo della ripresa dell’Italia”. Lo ha detto il ministro della Integrazione e della Coesione sociale Andrea Riccardi, visitando il centro coordinamento soccorsi di Marzaglia, in provincia di Modena. “Ci troviamo davanti ad uno scenario difficile e tragico - ha aggiunto Riccardi - ma ci sono fattori positivi che sono rappresentati dalla capacita’ di reagire di una comunita’. Qui capiamo l’importanza dell’unita’ d’Italia perche’ senza un’Italia unita saremmo tutti piu’ disperati e piu’ deboli”.

“Voglio dire che questa gente non sara’ abbandonata: qui avremo la visita del vicepresidente della Commissione europea e, sebbene tante volte l’Europa sia dipinta come matrigna, non e’ cosi’ perche’ l’Europa ci e’ vicina e ci viene incontro”.

Alla domanda su che cosa fara’ il governo per accelerare la ricostruzione, Riccardi ha poi risposto: “c’e’ gia’ uno stanziamento di 2,5 miliardi e c’e’ una forte attenzione, non solo del governo italiano, ma anche da parte di altri paesi a cominciare da Israele e Stati Uniti. La priorita’ e ricostruire, ma soprattutto riprendere a lavorare e a produrre. Noi abbiamo ricevuto fin dall’inizio grande attenzione da parte dei nostri partner internazionali.
Attenzione che sara’ molto concreta. Riccardi ha anche voluto sottolineare che “sotto le macerie sono morti anche 4 immigrati e tanti ne troviamo tra la gente sfollata".

L'incontro del ministro con la famiglia di uno delle vittime del terremoto

Un incontro prolungato, riservato, nella tenda n.55 della tendopoli allestita dalla Protezione civile a Mirandola (Modena), uno dei paesi del modenese colpiti dal terremoto. Protagonisti il ministro Riccardi e i familiari di Biagio Santucci, 25 anni, uno degli operai vittime del terremoto. I suoi parenti, rimasti senza casa, sono gli occupanti della tenda n.55 del campo di Mirandola. Dopo l’incontro sia lui, sia i familiari di Santucci, hanno preferito non parlare dei contenuti della chiacchierata. Ad accogliere e a guidare il ministro nella visita, il sindaco del paese Maino Benatti e il prefetto Emilio Sabatini. Benatti ha spiegato al ministro che dei 25 mila abitanti del paese ‘’nessuno dorme in casa. O sono nelle tendopoli, o dormono in auto, o hanno preferito, chi ha potuto, trasferirsi momentaneamente’’. Il ministro ha elogiato il lavoro di soccorritori: ‘’Tutti si sono rimboccati le maniche - ha detto - qua c’e’ un valore aggiunto. Il Comune e’ gia’ ripartito sotto una tenda, c’e’ una mobilitazione civica che e’ una ricchezza per il paese’’. Parlando del governo, Riccardi ha detto che ‘’si e’ mosso e si muovera’, perche’ non vuole lasciare solo questo territorio. Non e’ solo una politica dell’emozione, vogliamo stare qua finche’ la ricostruzione non sara’ matura’’. Il ministro ha anche incontrato un rappresentante della Comunita’ marocchina che gli ha chiesto di ricostruire la Moschea: ‘’Bisogna farlo - gli ha risposto Riccardi - i luoghi religiosi sono decisivi’’.

Il capo della Protezione Civile Gabrielli

Ritienedatato’ l’uso dell’esercito nelle emergenze, il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, intervistato nel centro unificato provinciale della Protezione Civile a Marzaglia (Modena). “L’esercito e’ importante per alcune attivita’ - ha detto - come ad esempio il Genio per alcuni interventi specifici. L’idea di impiegare l’esercito comunque e’ datata”. Riguardo al ruolo della Protezione civile nelle emergenze ha aggiunto: “Il sistema della Protezione civile nazionale si muove per capire di volta in volta le esigenze del territorio”. 

Sulla situazione post-terremoto di questa zona, Gabrielli ha detto che sono impiegate circa 4.000 persone che stanno lavorando su “un territorio doppiamente martoriato perche’ gli impenditori hanno pagato un prezzo importante”. Riguardo alla visita dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, ha detto. “e’ un gesto bello, importante e significativo”.

Sempre Gabrielli ha aggiunto che "passata la fase di acuta emergenza, ora dobbiamo gestire la situazione per capire le effettive esigenze della popolazione e far fronte anche alla condivisibile voglia di fare e di riprendere le attivita’ e possibilmente la vita di sempre”.

"La paura e’ un nemico subdolo. Dobbiamo avere delicatezza e accortezza per non fare nulla che possa aumentare questo senso di insicurezza. La gente non sta nelle tende - ha proseguito - perche’ noi non prestiamo assistenza. Dorme nelle tende chi non vuole la promiscuita’ del campo e chi vuole stare vicino alle case”.

Sui controlli e le verifiche nelle case, il numero uno della Protezione civile ritiene che serva la massima attenzione per evitare che nuove scosse e nuovi crolli provochino altre vittime. “Le verifiche di agibilita’ - ha detto - hanno due variabili, il numero di verifiche e di scosse. Se capita una scossa e accentua i problemi dove abbiamo gia’ fatto la verifica, questo complica il lavoro. Le verifiche sono in corso in tutti i comuni colpiti, mi rendo conto che c’e’ chi vuol tornare in casa, ma dobbiamo essere cauti se non vogliamo pagare altri costi all’imprudenza”.

Lo spostamento in città

Un minuto di silenzio e’ stato osservato durante la celebrazione del 2 giugno a Modena, a cui sta partecipando il ministro Riccardi. Dopo l’alzabandiera, il prefetto, Benedetto Vasile, ha ricordato le vittime del terremoto, le conseguenze della tragedia, ha ricordato la sobrieta’ delle celebrazioni e, prima della lettura del discorso di Giorgio Napolitano, ha chiesto un minuto di silenzio, che e’ stato osservato da tutti i presenti.

’Sono qua per dire che la Festa della Repubblica e’ la festa della solidarieta’ con tutti gli italiani e soprattutto con i terremotati’’, ha detto Riccardi, parlando con i giornalisti a margine delle celebrazioni del 2 giugno. Parlando dei terremotati Riccardi ha poi aggiunto ‘’non sono soli, non lo sono oggi e non lo saranno domani’’. A chi gli chiedeva come valutasse la decisione di Napolitano di festeggiare la ricorrenza, il ministro ha detto: ‘’e’ stato preveggente. Le celebrazioni sono sobrie ma sottolineano l’Unita’ d’Italia. Se non ci fosse unita’ saremmo tutti piu’ soli, soprattutto i terremotati’’.