Festival Filosofia, nel 2018 si parlerà di ‘Verità’

Annunciato il nuovo tema. Il bilancio di quest’edizione: 170mila visitatori

Il pubblico in piazza Grande

Il pubblico in piazza Grande

Modena, 17 settembre 2017 - «Verità» sarà la parola chiave della 18ª edizione del Festival Filosofia, che si terrà dal 14 al 16 settembre 2018 a Modena, Carpi e Sassuolo. Lo ha annunciato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli insieme agli organizzatori della rassegna e ai componenti del comitato scientifico, nell’incontro di chiusura dell’edizione 2017 dedicata alle Arti. Per il festival di quest’anno (che prevede gli ultimi appuntamenti in serata) si stima un bilancio di 170mila presenze, più o meno in linea con il risultato dello scorso anno: circa 90mila presenze per il programma filosofico e oltre 70mila per il programma creativo e le mostre.

Certamente il maltempo di venerdì sera e sabato mattina ha influito sulla partecipazione, ma gli incontri del sabato pomeriggio e dell’intera giornata domenicale – hanno rimarcato i responsabili del festival – hanno fatto registrare grandi numeri: per esempio, 6000 persone hanno assistito alla lezione di Umberto Galimberti oggi a Carpi, più di 4000 a quella di Massimo Cacciari a Sassuolo. Anche le nuove norme di sicurezza, introdotte a seguito della circolare Gabrielli, con il controllo degli accessi, non sembrano aver modificato il rapporto con il pubblico che ha rinnovato la sua fedeltà al festival.

L’edizione di quest’anno – ha spiegato Anselmo Sovieni, presidente del consiglio direttivo – ha richiesto un impegno economico complessivo di 815mila euro: in questa cifra sono inclusi anche i costi aggiuntivi per la sicurezza (circa 25mila euro) che sono stati affrontati proprio nelle ultime settimane.

La parola chiave del 2018, Verità (che può essere singolare o plurale), ha radici antiche ma incrocia direttamente la contemporaneità: basti pensare a tutte le questioni legate alla diffusione delle notizie, alle fake news, alla credibilità di quanto circola in rete, ma anche ai falsi nel commercio (arrivando fino al falso Parmigiano o al falso aceto balsamico), alle contraffazioni e alle mistificazioni. «Non vogliamo santificare la verità in senso dogmatico, ma sottoporla al dubbio» ha sottolineato il professor Remo Bodei, presidente del comitato scientifico. Come è ormai tradizione, il festival cercherà di osservare tutti i volti del tema. «Parleremo anche dell’errore e dell’illusione», ha annunciato il professor Marc Augé del comitato scientifico, «E accettando l’idea che le verità sono plurali, ci apriremo al tema della tolleranza, del multiculturalismo e del rispetto dell’altro», ha aggiunto il professor Tullio Gregory. «E mostreremo come la verità, nel teatro sociale in cui ognuno di noi è inserito, sia un cammino personale e collettivo che costa», ha sottolineato Michelina Borsari.

«Non ci faremo imbrigliare nelle secche della discussione metafisica, ma ci occuperemo delle pratiche di verità e del regime di finzione», ha detto Daniele Francesconi, nuovo direttore del festival, che ha ricevuto i complimenti degli organizzatori per la felice riuscita dell’edizione di quest’anno. Francesconi ha concluso il suo intervento con un ricordo di Zygmunt Bauman, il sociologo scomparso lo scorso gennaio, che al festival si sentiva di casa: a lui è stata dedicata una mostra al Palazzo Comunale di Modena, che ha già contato almeno mille visitatori. «Mi sarebbe piaciuto festeggiare questo festival con lui – ha confidato Francesconi -. Ed è bello che in tanti siano andati a salutarlo».