Modena, 8 giugno 2011. Non sono eroi soltanto i valorosi che salvano le persone intrappolate in una casa in fiamme o che si prodigano per difendere la Patria. E’ un eroe anche chi riesce ad affrontare con coraggio le difficoltà quotidiane, «e chi è capace di vedere, attraverso le fatiche di ogni giorno, l’occasione di fare cose grandi», dice Marco Spaggiari, autore e voce dei Controtempo, 28 anni e una laurea in scienze motorie. “In tutti i giorni eroi” è infatti il titolo del cd (con etichetta Dmb music) con cui la band, nata fra il Modenese e il Bolognese, si prepara a tuffarsi nella complessa arena discografica. E’ quasi un concept album, visto che tutti i brani raccontano - appunto - storie di coraggio, di passione, «di chi sa vedere la parte più vera di ogni uomo, trovando il bello nascosto».

Il disco (prodotto da Alessandro Bagnoli e Massimo Varini, noto chitarrista e collaboratore di Nek) uscirà il 21 giugno e sarà presentato in anteprima sabato sul palco della ‘Notte Rossa’ di Vignola. Ma già il lancio è stata una sorpresa: il singolo “Come Bud Spencer e Terence Hill”, un brano che ci ricorda la freschezza dei Lunapop, è infatti accompagnato da un video in cui compaiono i due mitici protagonisti del western all’italiana, che hanno accolto l’invito di Marco e della band.

Marco, perché avete dedicato una canzone a Terence e Bud?
«Perché i loro personaggi, quando qualcosa andava storto, non si stancavano mai di tirar fuori creatività e ironia, sapevano trasmettere entusiasmo. Ci sembra il biglietto da visita giusto per i ‘nostri’ eroi del quotidiano».

Come avete convinto Terence e Bud a recitare nel vostro video?
«Io sono sempre stato appassionato dei loro film. La canzone era nata già qualche anno fa, e ho pensato allora di presentarla a loro. Ho ‘inseguito’ Terence Hill sul set di ‘Don Matteo’ a Gubbio, lui mi ha ricevuto, gli ho mostrato il nostro progetto e gli ho spiegato la nostra ‘filosofia’. Si è detto entusiasta di questo modo di affrontare la vita e mi ha detto di sì, poi ha coinvolto anche Bud. Sono stati fantastici».

C’è chi definisce la vostra musica come un ‘rock positivo’. Cosa significa?
«Voglio essere chiaro: non ci vogliamo contrapporre a nessuno, non crediamo esista un rock negativo, perché il rock è la musica che abbiamo sempre suonato. Crediamo piuttosto che si possa fare musica non solo ‘contro’ qualcosa, per accusare o per protestare, ma anche per dire a tutti il bello che c’è attorno a noi e dentro di noi. Questo è un atteggiamento positivo».

Avete suonato anche davanti ai 500mila ragazzi che attendevano il Papa a Loreto. Quanto c’è, nella vostra musica, del messaggio cristiano?
«Personalmente vivo con forza l’esperienza cristiana. La canzone ‘Eroi’ mi è stata ispirata da discorso di Giovanni Paolo II alla Giornata della gioventù del 2000 a Roma, quando disse ai ragazzi ‘Fate della vostra vita un capolavoro’. Rispetto alla fede, nel gruppo ci sono sensibilità diverse, ma credo che sui valori universali ci possiamo riconoscere tutti. A volte la christian music tende a chiudersi nell’ambiente, io penso che invece si debba portare fuori l’entusiasmo, lo spirito di sacrificio, la scelta di affrontare positivamente ogni giornata».

E voi avete trovato difficoltà a farvi accogliere nella ‘piazza’ discografica?
«La difficoltà maggiore è farsi ascoltare in un mondo dove ci sono molti altri interessi. Oggi non viene premiato chi arriva dalla ‘strada’ e non dalla tv. Se partecipi a un talent show, accetti di farti plasmare o costruire da altri. Noi invece siamo così da sempre...».