Modena, 29 marzo 2012 -Un'esortazione sociale e un omaggio alla loro ‘culla’, Reggio Emilia. E’ questo, in estrema sintesi ‘Gioco di società’, terzo capitolo discografico del romanzo intitolato OfflagaDiscoPax. Il collettivo di musicisti reggiani (composto da Enrico Fontanelli, basso, Daniele Carretti, chitarre e basso, e Max Collini, voce) sarà questa sera alle 21.30 sul palco del Mr Muzik Off, per presentare il nuovo lavoro e i vecchi brani, nella cornice di una scenografia fatta di proiezioni ed effetti visivi.
Collini, cosa dovrà aspettarsi dal vostro live il pubblico dell’Off?
«Presenteremo gran parte del nostro nuovo album e rivisiteremo alcuni dei brani dei dischi precedenti. Dal punto di vista dello spettacolo proporremo alcuni effetti e qualche visual. Sarà un progetto dalla caratterizzazione analogica».
Quali temi affrontate in ‘Gioco di società’?
«L’argomento che accomuna molti brani è Reggio Emilia. Ci siamo accorti che in molti nostri pezzi la città ha riveste un ruolo importantissimo, sia come scenario in cui si svolgono le storie che raccontiamo sia come protagonista delle narrazioni stesse».
Come si concretizza questo legame con la città nella vostra musica?
«Nella convivenza tra racconti legati alla tradizione storica e culturale della nostra terra e sonorità dal respiro più internazionale. Un ‘matrimonio’ non scontato, ma che si è rivelato una carta vincente».
Per quanto riguarda il titolo dato al nuovo album, Collini passa la parola a Enrico Fontanelli. Perchè ‘Gioco di società?
«L’idea nasce da un gioco da tavolo degli anni ‘70, ‘‘Corteo’. Il tabellone, suddiviso in esagoni — proprio come il centro di Reggio —, rappresentava una città immaginaria, nelle cui piazze si sfidavano alcuni gruppi extraparlamentari. Abbiamo pensato quindi di identificare questa città fantastica con quella reale nella quale viviamo».
Una coincidenza che nasconde anche un messaggio sociale?
«E’ un’esortazione a riprendersi i propri spazi e a condividerli. Abitudine che nell’epoca dei centri commerciali e dei multisala si sta un po’ perdendo. Lo scopo è quello di invitare a rivitalizzare i tanti angoli di città che tendono a morire. Tutti spazi che dal punto di vista storico e culturale avrebbero ancora molto da dire».
C’è un brano di un altro artista che vi piacerebbe rileggere a vostro modo?
«Uno sarebbe Qualcosa sulla vita, dei Massimo Volume. Un altro potrebbe essere un brano di Gaber. Ma il titolo è top secret».