Una piazza Grande di emozioni nel nome di Pavarotti/ FOTO - VIDEO

Una serata che ha toccato il cuore di tutti quella del concerto con cui la città ha celebrato il Maestro a nove anni dalla sua scomparsa. Folla di vip e ospiti d'eccezione FOTO - VIDEO

Il Volo in piazza Grande (Foto Fiocchi)

Il Volo in piazza Grande (Foto Fiocchi)

Modena, 6 settembre 2016 - Una piazza Grande di emozioni per l'omaggio che Modena ha dedicato a Luciano Pavarotti, a nove anni dalla sua scomparsa. Migliaia di spettatori (FOTO), per nulla intimoriti dalla pioggia fortissima del tardo pomeriggio, hanno gremito il cuore di Modena per «Qui dove il mare luccica», l'evento – fra musica, storie e ricordi – dedicato al tenorissimo e al suo impegno di solidarietà, in particolare per l'Unhcr, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

«Una serata che vi toccherà il cuore», ha esordito Fabio Volo (VIDEO), introducendo il concerto con un pensiero anche per i terremotati del Centro Italia. E in effetti la musica (con il grande cuore di tanti artisti) ha saputo 'dare voce' anche al dramma di quanti lasciano la loro terra per cercare nuove speranze al di là del mare. La serata si è aperta con un filmato che ha riepilogato le tante opere realizzate grazie ai fondi raccolti con il «Pavarotti & friends». E abbiamo riascoltato le parole del cardinale Ersilio Tonini, che nel 2003 benediceva l'opera di Pavarotti, «portare pace dove c'è l'odio, ricostruzione e vita dove c'è la morte».

E' cominciata così la carrellata degli ospiti, a partire da Alaa Arsheed, profugo siriano, che in Italia ha trovato un nuovo approdo, con il suo struggente violino. Quindi i tre giovani cantanti del Volo che hanno infiammato la piazza con «Granada» e «Torna a Surriento», con l'accompagnamento dell'Orchestra dell'Opera Italiana diretta dal maestro Aldo Sisillo. Poi Elio, qui in versione lirica, con la Chanson du bebe di Rossini, simpaticamente riveduta e corretta, e Nek, particolarmente felice ed emozionato per essere parte di questa serata, «che per me – ha detto – è come un esame».

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Un brivido speciale quindi con l'improvvisazione jazz del pianista Danilo Rea, che poi ha accompagnato il soprano Silvia Colombini, come una Butterfly contemporanea, in una «Summertime» mozzafiato. Un trittico di brani per Edoardo Bennato, a partire da quel «Pronti a salpare» particolarmente intonato al tema della serata. Nel cast, Bennato è l'unico ad aver partecipato a un «Pavarotti & Friends», esattamente vent'anni fa: «Ricordo che telefonai a Luciano, poi andai a trovarlo al club Europa '92 e gli feci ascoltare 'Dotti medici e sapienti' con un quartetto d'archi. E lui mi invitò subito», ha raccontato. 

Nek poi ha ammaliato la piazza con una versione molto intensa del “Panis Angelicus”, insieme al soprano Laura Macrì, quindi con la forza di “Fatti avanti amore”, in un insolito arrangiamento con orchestra. Ancora protagonisti poi i ragazzi del Volo, con due grandi classici, “O sole mio” e “O surdato 'nnamurato”, che tutta la piazza ha accompagnato con il battito delle mani. Quindi Elio si è rituffato nell'universo della lirica, con la cavatina del “Barbiere di Siviglia” e poi il quartetto “Bella figlia dell'amore”, dal “Rigoletto” di Verdi. 

Di nota in nota, di testimonianza in testimonianza, è stato quindi il momento di un saluto da parte di Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa dell'Unhcr: “Proprio quindici anni fa il maestro Pavarotti ricevette il premio Nansen dell'Unhcr, per il suo impegno grande e generoso – ha ricordato -. Quindici anni fa c'erano 40 milioni di profughi che fuggivano dalla guerra, oggi sono 65 milioni. Il mondo non è migliorato”. E ha aggiunto: “Non abbiate paura dei rifugiati, perché il diritto di asilo è un caposaldo della nostra civiltà”, e ha invitato a tenere salda la solidarietà. 

Il concerto dunque si è avviato verso la conclusione con altri momenti lirici, grazie ai giovani talenti della Fondazione Pavarotti, Vittoriana De Amicis, Ivan Ayron Rivas, Francesca Sartorato e Claudia Sasso e Laura Macrì. E dopo il 'brindisi' da Traviata, un straordinario 'ensemble': tutti gli artisti insieme sul palco per eseguire “Caruso” di Lucio Dalla, in un momento di profonda commozione. 

“E' stata una serata magica di contaminazioni positive, come il Maestro amava, e di impegno positivo. Ecco cosa ha dato Pavarotti per l'Italia e per il mondo, e cosa sta ancora trasmettendo nei cinque continenti”, ha concluso il sindaco Giancarlo Muzzarelli. “Aiutare gli altri significa stare in comunità, e stare in comunità significa stare in pace”. E a chiudere il concerto, a mezzanotte in punto, proprio la voce meravigliosa di Luciano Pavarotti nell'Ave Maria, in duetto con Bono degli U2. Il saluto più bello per suggellare una serata da brividi.