Modena, 18 gennaio 2012 - Torna in scena al Teatro delle Passioni  'Karamazov', adattamento teatrale che il regista César Brie ha tratto liberamente da I fratelli Karamazov. L'appuntamento è per sabato 21 alle 21 (ma lo spettacolo rimarrà alla ribalta alle Passioni fino al 12 febbraio). Il regista argentino, che consolida con questo spettacolo la sua lunga collaborazione con Emilia Romagna Teatro, ha lavorato con un gruppo di giovani e bravi attori - lo spettacolo è infatti frutto di un laboratorio di sei mesi, organizzato dal Cantiere delle Arti su finanziamento della Regione Emilia-Romagna - dando vita ad un allestimento semplice, fatto di pochi elementi scenici ma dalla forte cifra suggestiva ed evocativa.

 La scena è infatti spoglia, pochi gli oggetti di scena che la abitano: corde che delimitano gli spazi, vestiti appesi sulla scena, pupazzi di bambini e panche ai lati dietro cui sparire ed emergere. Gli attori non abbandonano mai la scena, in modo da far diventare il teatro uno spazio simile alla vita: chi non è in scena osserva gli altri recitare sulla soglia, esternamente e chi entra in scena lo fa dal teatro e non da fuori.
Nei personaggi dell’ultimo romanzo di Dostoevskij, completato qualche mese prima di morire, César Brie rintraccia tutti gli aspetti dell’animo umano– la passione e l’istinto (Dmitrij), la ragione e il dubbio (Ivan), la bontà e la purezza (Aleksej), il risentimento e la vendetta (Smerdjakov), la cattiveria, il sentimentalismo, l’egoismo e l’edonismo (Fëdor il padre), la santità (lo Starets) - e tematiche profonde come la delusione verso il mondo cattolico, i dogmi sulle idee del divino, la giustizia sociale e il fallimento dei miti della salvezza dell’uomo, tutti affrontati con estremo umorismo e delicatezza. Ecco perché pur nella riduzione drammaturgica del romanzo Brie decide di mantenere alcuni personaggi che, pur essendo marginali allo svolgimento della trama, risultano fortemente comici.

É il caso della madre di Lisa, che tiene la figlia inferma sollevata per i capelli invece di spingerla su una sedia a rotelle o la scelta drammaturgica di paragonare gli attori a marionette che si muovono guidati da corde.
Karamazov evidenzia l’aspetto più corale e polifonico del romanzo, riflettendo la tendenza di Dostoevskij di ambientare i momenti decisivi delle sue storie in luoghi pubblici, esposti sempre (come fanno gli attori in questo allestimento) alla derisione e al rifiuto. Uno spettacolo di assoluta godibilità che mette in scena un Dostoevskij del nostro presente e che affronta i suoi grandi temi con grande intensità interpretativa.