Terremoto e infiltrazioni mafiose, sono 2.100 le aziende ’pulite’ a Modena

Su circa 4.000 che avevano inoltrato la richiesta di inclusione nella white list della prefettura di Modena

Un cantiere edile

Un cantiere edile

Modena, 20 ottobre 2014 - Sono oggi circa 2.100 le aziende iscritte alla white list della prefettura di Modena, su circa 4.000 che avevano inoltrato la richiesta di inclusione. L'elenco comprende le aziende 'pulite' rispetto al rischio di infiltrazioni mafiose nell'ambito della ricostruzione post sisma.

La prefettura di Modena fa sapere che l'attività di controllo per le iscrizioni "è stata ulteriormente intensificata con il decisivo contributo delle unità di personale messe a disposizione della Prefettura dalla Regione Emilia Romagna, Ufficio del Commissario straordinario per la ricostruzione, sulla base di una convenzione stipulata con le Prefetture del cratere che ha consentito la assunzione a tempo determinato di cinque impiegati".

La procedura di iscrizione vede coinvolti organi di polizia, Direzione Investigativa Antimafia e Gruppo Interforze Ricostruzione Emilia Romagna istituito dal Ministro dell’Interno. "Nello stesso tempo - si legge nella nota della prefettura di Modena - una particolare priorità viene riservata a dare risposta, al termine dello sviluppo dei relativi accertamenti, alle richieste di verifiche antimafia nei confronti delle aziende fornitrici per le quali le stazioni appaltanti hanno chiesto la relativa certificazione liberatoria finalizzata all’assegnazione di appalti o alla erogazione di servizi, ovvero alla liquidazione delle somme dovute per le prestazioni già effettuate.

Anche per tali procedure, soggette ai medesimi accertamenti previsti per le iscrizioni alla “white list”, si procede alacremente e circa 2.400 richieste sono state definite". La prefettura precisa che "da questa attività di controllo diffuso emergono, sia pur in numeri non rilevanti, alcune situazioni meritevoli di approfondimento ovvero che indicano possibili collegamenti con la criminalità organizzata rispetto alle quali si sta procedendo con i previsti provvedimenti interdittivi". Secondo la prefettura, "l’articolato sistema di cautele antimafia attivato all’indomani del sisma, si conferma quindi quale utile strumento per difendere il territorio emiliano, soprattutto in questa delicata fase della ricostruzione, dai documentati e reiterati tentativi di penetrazione dei sodalizi mafiosi nel tessuto sociale e produttivo, tentativi dei quali anche di recente la Direzione nazionale antimafia ha dato atto nella sua relazione annuale".