Ricostruzione e appalti privati «Azienda favorita dai progettisti»

Sisma, esposto in Procura di un gruppo di imprese. Indaga la Finanza

TERREMOTO: CENTRO DI CAVEZZO E SINDACO

TERREMOTO: CENTRO DI CAVEZZO E SINDACO

di SILVIA SARACINO

UN sistema di favori che si basa sulla complicità di imprese, tecnici privati, amministratori di condominio e anche cittadini, tutti uniti da un unico obiettivo: rosicchiare dai contributi pubblici per la ricostruzione della Bassa soldi da intascare. È questo lo sconvolgente scenario che descrivono alcuni imprenditori modenesi firmatari di un esposto inviato a Procura e forze dell’ordine. Si firmano ‘gruppo di imprese modenesi’ e fanno i nomi degli attori che, secondo loro, reggono questo sistema nel quale si potrebbe configurare il reato di distrazione di fondi pubblici. La Procura ha avviato accertamenti che potrebbero essere già stati affidati alla finanza. Il contesto riguarda gli appalti privati nella ricostruzione, il terreno più insidioso perché meno controllato degli appalti pubblici. Nella ricostruzione delle case il committente è il cittadino terremotato il quale deve direttamente prendere accordi con progettisti e imprese per far eseguire i lavori che saranno poi rendicontati al Comune dallo stesso progettista. Chi ha scritto l’esposto conosce e l’iter burocratico e descrive con dovizia di particolari come questo sarebbe stato manipolato da un sistema al cui vertice c’è un’impresa di costruzioni della provincia di Modena. Questa azienda sarebbe ‘nelle grazie’ di studi di progettazione che le procacciano appalti di ricostruzione case. Fin qui nessuna novità, i cittadini spesso si affidano a geometri o ingegneri nella scelta dell’impresa da contattare. E potrebbe arrivare ai tecnici un ‘bonus economico’, a titolo di ‘ringraziamento’ da parte dell’azienda. Dal canto suo il cittadino ha l’obbligo di chiedere almeno due preventivi, che poi deve conservare in attesa che qualcuno, un domani, possa controllare. Ma la realtà sarebbe molto diversa: vince l’impresa che propone al cittadino più migliorie senza fargliele pagare ma sfruttando i contributi pubblici. Si potrebbe andare dalle finiture a vere e proprie varianti come un bagno aggiuntivo che prima non c’era. Migliorie che «sono vietate e illegittime e se richieste dai proprietari devono essere da questi pagate e non gravate sullo Stato» perchè i contributi pubblici vengono concessi a fondo perduto «per la quantità necessaria a riportare l’immobile danneggiato nelle stesse condizioni antecedenti il sisma». L’azienda in questione invece, con la complicità dei tecnici privati che presentano ai Comuni il progetto (pratica Mude) riuscirebbe a far rientrare migliorie superflue come necessarie. Ma non finisce qua. Tecnici, azienda e cittadini sarebbero d’accordo anche per ricavare dei fondi neri dal Mude: il tecnico presenterebbe al Comune il progetto sfruttando tutto il costo convenzionale concesso dal prezzario regionale, sapendo già che la famosa azienda ‘favorita’ lo eseguirà ad un costo inferiore e la differenza verrà spartita tra lo stesso tecnico e il cittadino. «Sappiamo per certo – scrivono i denuncianti – che un’impresa ha proposto al signor (omissis, ndr) una percentuale a suo vantaggio in contanti pari all’8% da calcolarsi sull’importo netto dei lavori e da liquidarsi in nero al momento degli incassi dei singoli stati di avanzamento». Si delinea uno scenario in cui ogni passaggio burocratico della ricostruzione sarebbe stato torchiato e adattato per trarre profitto.