"Il titolare ci spiava in bagno: aveva nascosto due telecamere"

La denuncia di quattro dipendenti di una pasticceria: l'uomo va a processo

Una microcamera

Una microcamera

Modena, 30 settembre 2014 - Due microcamere puntate sul wc del bagno riservato ai dipendenti di una pasticceria modenese sono costate al titolare, oggi a processo, la denuncia per interferenze nella vita privata. A portarlo in tribunale sono state quattro donne, due delle quali si sono costituite parte civile nel procedimento incardinato ieri in tribunale a Modena.  Era il 29 settembre del 2010, esattamente due anni fa, quando una delle nove dipendenti si accorse della presenza degli occhi elettronici nella toilette. Uno era nascosto all’interno del portarotolo della carta igienica orientato verso la parte laterale del wc, l’altro era davanti, dentro una canalina che passava sulle mattonelle della parete.  La donna, insospettita poiché era andata persa la chiavetta che chiude il portarotolo, è riuscita comunque ad aprirlo e ha trovato la microcamera collegata a un filo. La ragazza è rimasta visibilmente sconcertata dalla scoperta e ha così chiamato le colleghe, con alcune delle quali ha lasciato immediatamente il posto di lavoro. Facile immaginare il parapiglia che si è scatenato nel locale: le donne si sono comprensibilmente arrabbiate poiché temevano di essere state riprese nei loro momenti più intimi, cioè mentre si assentavano in bagno. La presenza di telecamere proprio lì, con l’occhio elettronico sul water, non ha in effetti alcuna giustificazione. Non è chiaro da quanto tempo fossero state installate. Solo dopo alcune settimane, però, è scattata la denuncia e ieri - dopo ventiquattro mesi esatti dai fatti - il titolare della pasticceria è comparso davanti al giudice monocratico, citato direttamente a giudizio dal pm Pasquale Mazzei. Ieri in aula sono state ammesse le parti civili, due ex dipendenti rappresentate dagli avvocati Pierfrancesco Rossi e Francesca Malagoli, e le prove testimoniali, oltre alle foto dei dispositivi scattate dalle ragazze con i loro telefonini nel bagno proprio quel giorno.  Nella disponibilità dell’imputato, difeso dall’avvocato Cosimo Zaccaria, invece, non sono stati trovati né le telecamere né i presunti filmati delle dipendenti al bagno.  Il caso è infatti tutto da dimostrare: se pare assodato che le microcamere erano presenti nel bagno, bisogna accertare se gli occhi ‘spia’ siano mai stati in funzione. Ecco perché il titolare della pasticceria ha ‘assunto’ un consulente tecnico. Fondamentale per il processo sarà capire se le telecamere abbiano ‘prodotto’ o no immagini delle ragazze seminude oppure se siano rimaste spente.