Tribunale ecclesiastico, calano i matrimoni annullati

Nel 2014 le cause sono diminuite quasi del 24%: 118 le unioni religiose effettivamente cancellate

Questa mattina il vicario giudiziale del tribunale, monsignor Vittorino Tazzioli, ha presentato i dati del 2014

Questa mattina il vicario giudiziale del tribunale, monsignor Vittorino Tazzioli, ha presentato i dati del 2014

Modena, 25 febbraio 2015 - Calano i matrimoni religiosi e di conseguenza diminuiscono le cause di annullamento al tribunale ecclesiastico. Questo, in sintesi, il bilancio dell’anno 2014 del tribunale ecclesiastico emiliano regionale che ha sede a Modena e tratta le cause di nullità di matrimonio nel primo grado di giudizio per il territorio delle diocesi di Modena-Nonantola, Carpi, Reggio Emilia-Guastalla, Parma, Fidenza e Piacenza-Bobbio.

Questa mattina il vicario giudiziale del tribunale, monsignor Vittorino Tazzioli, ha presentato i dati dell’attività 2014, erano presenti anche il vescovo di Carpi Francesco Cavina, che ha sostituito in qualità di moderatore del tribunale il vescovo di Modena Lanfranchi scomparso di recente e il professor Vincenzo Pacillo difensore del vincolo presso il tribunale. «I numeri ci dimostrano una sensibile diminuzione delle cause entrate, quasi il 24% in meno e il calo è ugualmente distribuito nelle varie diocesi».

Secondo Tazzioli la drastica diminuzione è dovuta ad un insieme di motivi: «la diminuzione dei matrimoni religiosi celebrati, la diminuzione della fede, la secolarizzazione diffusa e insieme la crisi». In un momento in cui «vengono meno i legami di lavoro, di solidarietà, tutto è labile e transitorio – dice monsignor Tazzioli - il matrimonio nonostante tutto resiste».

Nel 2014 sono entrate nel tribunale 111 cause nuove, 137 sono pendenti dall’anno precedente per un totale di 248 cause trattate complessivamente. Quelle definite a sentenza sono 126 di cui 118 concluse effettivamente con l’annullamento del matrimonio. Tra le principali cause che hanno portato di sentenza di nullità quelle che Tazzioli definisce ‘malattie della volontà’, cioè il difetto nella discrezione del giudizio e l’incapacità psichica di assumere gli oneri del matrimonio. si tratta di persone incapaci di capire cos’è il matrimonio cristiano, oppure di viverlo appieno. Un’altra causa frequente che porta a chiedere l’annullamento è l’esclusione dei figli.