Attacco incendiario al Milad, comunità turca spaccata

Si difendono i frequentatori della moschea Ulu Camii: "Presenteremo una denuncia per il danno d’immagine"

I frequentatori della moschea di via Munari si difendono dopo l’attacco incendiario al circolo Milad

I frequentatori della moschea di via Munari si difendono dopo l’attacco incendiario al circolo Milad

Modena, 18 luglio 2016 – «Faremo una contro denuncia e chiederemo i danni morali per quello chi ci stanno attribuendo». Si difendono a spada tratta i responsabili e i frequentatori della moschea Ulu Camii di via Munari apertamente sostenitori del presidente Erdogan e sospettati dagli iscritti al circolo Milad, legato al movimento di opposizione Fatullah Gulen, di essere i responsabili dell’attacco incendiario di venerdì notte alla loro sede di via delle Suore. Lì qualcuno ha sparso liquido infiammabile e ha appiccato il fuoco, gridando – a quanto riferiscono i testimoni – «morirete tutti».

Una vicenda che sta inasprendo sempre più la tensione all’interno della comunità turca modenese e che si inserisce nella scia del tentato golpe che sta sconvolgendo il gigante della mezza luna.

«Noi non c’entriamo nulla con l’incendio, – insiste Ozcan Bicer, segretario e presidente dei giovani dell’associazione turca di via Munari – loro ci hanno già denunciato, la polizia è da due giorni che gira sia qua che là. Non sappiamo perché hanno additato noi, probabilmente perché in Turchia hanno cercato di fare questo colpo di stato, non ci sono riusciti e adesso hanno queste reazioni. Non escludo – continua Ozcan - che possano essere stati anche a loro stessi a compiere questo atto vandalico per poi dare la colpa a noi».

La moschea di via Munari da quattordici anni è un luogo di preghiera e un punto di incontro per la gran parte della comunità turca modenese che conta circa cinquemila persone; molti dei giovani sui vent’anni sono nati qui a Modena e si sentono perfettamente integrati nella città. I responsabili raccontano di accogliere musulmani di ogni nazionalità e di avere aiutato centinaia di persone dando loro cibo e accoglienza. Seguono passo per passo cosa sta succedendo nel loro paese confrontando la stampa italiana con quella turca. Si dicono aperti sostenitori del presidente Erdogan e ora i disordini scoppiati nel loro Paese d’origine stanno creando una forte spaccatura con i loro connazionali del circolo Milad.

«Sicuramente presenteremo una denuncia - prosegue Ozcan- noi non siamo in quattro gatti come loro, qui ci sono duecento iscritti e più di duemila persone che frequentano la moschea. Chiederemo i danni morali che abbiamo subito in questi giorni». «Sono nato qui – aggiunge Ozgur Osman – ci tengo a quello che succede in questa città. Nella nostra moschea si sa quello che si fa, abbiamo le porte aperte e tutti vengono a pregare, anche coloro che ora ci incolpano dell’incendio; nella loro associazione invece non si sa cosa si fa».