Trova video hard della figlia in rete, caccia ai ‘gestori’ della chat

Il padre di una sedicenne ha incaricato un perito: «Scovateli»

Nel mirino il contenitore virtuale  di immagini hard (foto Ansa)

Nel mirino il contenitore virtuale di immagini hard (foto Ansa)

Modena, 18 maggio 2016 - Quella carta prepagata con troppi soldi; le ore trascorse sul computer, in camera, la notte; i tanti silenzi davanti a domande incalzanti. Poi la scoperta choc: le foto e i video della figlia di appena 16 anni, forse cresciuta troppo in fretta, impresse sulla rete. E’ bastata una ricerca al papà ingegnere per scoprire l’agghiacciante verità: l’adolescente, di nascosto, la notte, postava le proprie immagini ‘hard’ su una strana chat, individuata e recuperata da un esperto dopo aver copiato l’hard disk.

Ecco che lo scandalo arriva anche a Modena, quello de ‘La Bibbia’, il maxi ‘contenitore’ virtuale di immagini hard che coinvolge a quanto pare minorenni dal nord al sud del paese. La polizia postale si sta ‘scontrando’ ora col fenomeno ma, chi scrive, ha impiegato pochissimo tempo per fare i conti con la parte sommersa della rete. E, una volta dentro, per capire fino a che punto quelle ragazzine si spingessero, sono arrivate decine, centinaia di foto di nudi di giovanissime, alcune nell’età della pubertà. Poi i video, choccanti, girati nei bagni di casa o in camera da letto, con la porta rigorosamente chiusa a chiave. E tra quegli scatti osceni, ci sono anche i sorrisi della 16enne, scoperti da un papà che ora cerca giustizia. Anche perchè, ovviamente, i reati per i gestori, se individuati, andrebbero dalla diffusione di materiale pedopornografico allo sfruttamento della prostituzione minorile.

La storia della 16enne è drammaticamente simile a quella di tante altre adolescenti che, ‘guardando ai soldi facili’, probabilmente non si rendono conto della pericolosa ‘trappola’ in cui sono cadute. Ora i genitori della studentessa si sono affidati ad un legale che, a sua volta, ha incaricato un perito affinchè individui i responsabili della chat erotica, cercando di capire anche come siano finite quelle migliaia di euro sulla postpay della figlia. «Voglio andare fino in fondo – dice il padre – perche siamo davanti a speculatori che senza ritegno si approfittano dell’ ingenuità delle ragazzine che sicuramente ci cascano senza pensare alle conseguenze. Ma non lascio nulla di intentato e vado avanti». Un mondo ‘buio’ dietro al quale, sicuramente, girano milioni di euro e che ancora è tutto da scoprire.

Ma cos’è ‘La Bibbia’? Al di là della voluta blasfemia interna al nome, la stanza virtuale rappresenta una sorta di contenitore porno crato da tre gestori che, non a caso, si fanno chiamare Gesù, Pietro e Paolo. Una volta dentro, ecco che compaiono migliaia di foto e video hard che vedono protagoniste ragazzine minorenni, spesso riprese a loro insaputa. Ci si entra tramite Facebook ma anche e soprattutto con Telegram, l’applicazione più utilizzata da chi sceglie di ‘muoversi in segreto’, non essendo decrittabile. E pare sia già pronta una nuova versione dell’archivio pedopornografico forse più grande della storia, la 3.1. Deep internet, quello in cui pochi riescono ad accedere. Spesso, per entrare in chat, occorre essere invitati. Pare che qualcuno poi contatti i gestori che, pagando su postepay le minorenni, ottengono i filmati da far girare sulla rete. Un gioco pericolosissimo, che dilaga senza freni e che coinvolge centinaia, se non migliaia di piccole donne.