Video pedopornografici nel pc, arrestato capo scout di 27 anni

Aveva portato il computer in riparazione, i tecnici hanno trovato i file

Un agente della polizia postale (Crocchioni)

Un agente della polizia postale (Crocchioni)

Modena, 1 agosto 2014 - Un lungo percorso negli scout, una vita all’insegna del servizio, dell’avventura e dei più piccoli. Ma anche migliaia e migliaia di video pedopornografici sul computer, che gli sono costati caro.  E’ stato arrestato, due giorni fa, un ragazzo di Modena, non ancora trentenne, che da anni fa il capo scout in città. Sul suo computer la polizia avrebbe trovato un enorme archivio pieno di materiale proibito: migliaia e migliaia di video pedopornografici. Il giovane, incensurato, dopo la convalida dell’arresto è stato scarcerato. Ora il caso passa alla procura distrettuale di Bologna, competente per questo tipo di reati.

Tutto comincia con una svista. Il computer del modenese si guasta, e lui lo porta in un negozio per farlo riparare. I titolari iniziano a guardare dentro il pc alla ricerca del guasto e trovano un gran numero di file pedopornografici. Sorpresi e allarmati, chiamano la polizia postale, che interviene e inizia a indagare. Il passo successivo è il computer che il ragazzo ha in casa: gli agenti lo ‘aprono’ e lo passano al setaccio. Non ci mettono molto a trovare le cartelle incriminate, piene zeppe di video. Stiamo parlando di decine di migliaia di file, numeri impressionanti, tali da far pensare a una vera e propria ossessione.

Ad accrescere lo stupore e la preoccupazione, il modo in cui il giovane passa il tempo libero: da anni, infatti, fa parte degli scout, e da un po’ di tempo a questa parte è diventato capo. Si occupa, in sostanza, dell’educazione dei più piccoli, che sono sotto la sua diretta responsabilità.

La polizia, dopo aver trovato il secondo archivio, quello del computer domestico, non ha più dubbi e fa scattare le manette. La notizia, nell’ambiente frequentato dal giovane, ha suscitato sconcerto. Gli amici e i conoscenti non si aspettavano di certo che uno come lui, il tipico ‘ragazzo d’oro’, potesse nascondere simili video sul computer di casa e sul suo portatile. Ora sul caso sta indagando la procura distrettuale di Bologna, che è competente per i reati informatici.