Vittorio Sgarbi più forte del malore: "Medici fantastici, ma voglio uscire"

Scherza in ospedale con i fan: "Capre, sono ancora vivo" Post dall'ospedale: "Capre, sono ancora qui" VIDEO Parlano i medici FOTO Gli scatti dall'ospedale

Vittorio Sgarbi in degenza al reparto di cardiologia

Vittorio Sgarbi in degenza al reparto di cardiologia

Modena, 18 dicembre 2015 - Professor Sgarbi come sta? E’ reduce da una giornata che definire intensa è poco (IL VIDEO DEL BOLLETTINO MEDICO). «Io sono già in gran forma e tornerei a casa adesso, se non fosse che lunedì ho un’altra operazione e sono costretto a rimanere a letto. I medici insistono che devo riposare, ma io ho voglia di vedere gente e tornare ai miei impegni. Da stamattina sono venuti a trovarmi in tantissimi, ma altrettanti sono stati invitati a rimandare perché non dovrei affaticarmi. In realtà mi fa più male una non-visita che una visita».

Possiamo dire che a salvarla è stato il suo sesto senso? Se in autostrada avesse tentennato solo un attimo, magari non saremmo qui a parlare al telefono. «Proprio così. Ho sempre in mente Pino Daniele, che tardando il ricovero non ce l’ha poi fatta. Già all’altezza di Mantova mi ero sentito poco bene e il mio autista Guido mi aveva abbassato il seggiolino per stare più comodo. Verso Modena il male al petto è diventato circostanziato e insopportabile e ho deciso di uscire al casello per raggiungere l’ospedale. Se avessi proseguito non sarei qui e me l’hanno confermato anche i medici di Cardiologia. Quindi ero vicino alla morte e non ne ho avuto la consapevolezza. Perché si sarebbe interrotto il flusso di sangue nella coronaria e io, non fermandomi, sarei deceduto. Sono stato veramente vicino a morire dopo mezz’ora».

Sdrammatizziamo: non sarebbe stato il massimo andarsene in autostrada. «Lo stavo dicendo ad alcuni amici oggi pomeriggio e l’ho scritto anche su Facebook: ‘Non sarebbe stato da Sgarbi andarsene all’altro mondo al casello autostradale di Modena Sud. Capre, sono ancora qui’».

Oltre ad amici e parenti ha avuto modo di parlare con qualche politico?  «Ho sentito poco fa Berlusconi e prima Bossi. Nel pomeriggio ho parlato con il ministro Martina, Beppe Grillo e tanti altri. Tutti mi hanno chiesto come stavo e gli ho risposto che sono già in una forma smagliante».

D’ora in poi dovrà recensire Modena non solo per i suoi musei, ma anche per le sue eccellenze mediche. «Alla luce di come è andata l’angioplastica al cuore e il mio stato di forma attuale, direi che i medici guidati dal direttore di Cardiologia Boriani sono stati davvero bravi. I miei collaboratori mi hanno poi confermato che qui al Policlinico di Modena c’è una conoscenza avanzata dei problemi cardiaci e sono stato fortunato ad arrivare in un luogo dove la ricerca è così alta». 

Sarà strano per lei rimanere fermo per una settimana. Oltretutto la sua agenda era fittissima. «Alcuni anni fa ho avuto un incidente quasi mortale con l’auto e anche in quell’occasione ho avuto la determinazione di rimettermi subito in sesto. Ora è diverso ma sono dell’idea che il benessere e l’euforia fisica sono il modo migliore per interpretare la cura, per questo motivo vorrei uscire dall’ospedale subito e rivedere tutte le persone che mi stanno chiamando. Questa settimana ero atteso a Ravenna, Urbino, Ferrara e Piacenza per inaugurare una mostra. Difficilmente mi fermo, ma questa volta devo avere pazienza. E poi sono sicuro che dopo questa cura il mio cuore sarà invincibile».