Mercoledì 24 Aprile 2024

Morto Renato Altissimo, ex segretario del Partito Liberale italiano e più volte ministro

Altissimo si è spento al gemelli dopo una lunga malattia

Renato Altissimo, ex segretario del Partito Liberale italiano  (Ansa)

Renato Altissimo, ex segretario del Partito Liberale italiano (Ansa)

Roma, 17 aprile 2015  - Renato Altissimo (FOTO), ex segretario del Partito Liberale italiano e più volte ministro, è morto poche ore fa a Roma, all'ospedale Gemelli, dopo una lunga malattia. Altissimo era ricoverato da diverse settimane per numerosi problemi cardiaci e respiratori che si sono aggravati progressivamente ed estesi ad altri organi, tanto da far decidere ai sanitari, negli ultimi giorni, il suo trasferimento al centro di rianimazione a causa di una progressiva insufficienza multi-organo che lo ha portato alla morte.

Nato a Portorguaro, in provincia di Venezia, il  4 ottobre 1940 da una famiglia di imprenditori che possedeva a Moncalieri una fabbrica di fanali e accendini. Studiò a Torino, laureandosi in Scienze politiche, prima di intraprendere una lunga carriera da protagonista della Prima Repubblica. Fu attore di primo piano del Pentapartito che dominò gli anni Ottanta della politica, in cui era esponente di spicco del Pli, e del quale fu segretario dal 1986 al 1993. 

Fu deputato in cinque legislature e più volte ministro: Nel governo Cossiga I, nei governi Spadolini I e II e nel governo Fanfani V da titolare della Sanità, nel governo Craxi I da responsabile dell'Industria. Celebre anche per essere un 'viveur' e un assiduo frequentatore delle notti romane - in particolare di quel 'Tartarughino' che fu un buen retiro serale per diversi esponenti della Prima Repubblica - Altissimo, volto abbronzato, fronte ampia e immancabile basettone, fu travolto, come tanti altri, dal principale processo giudiziario di Mani Pulite, l'inchiesta sulla maxitangente Enimont. 

Lo scandalo delle mazzette da 150 miliardi non travolse solo Altissimo coinvolgendo nomi celebri come La Malfa o Forlani e sotterrando, di fatto, il Pli. Altissimo, che nel 1993 ammise di aver ricevuto diversi milioni in maniera illecita, fu definitivamente condannato a 8 mesi nel 1998. Venti anni dopo, con un libro scritto a quattro mani con Gaetano Pedullà e pubblicato nel 2012 tornerà su quegli anni raccontando le sue verità ed inediti retroscena sotto un titolo che non lasciava spazio a dubbi: "L'inganno di Tangentopolì". 

Il suo percorso politico, però, non si concluse. Nel 2014, tornava infatti sulla scena con 'I Liberali', movimento che, promuovendo il rilancio dell'economia e un'accelerazione sulle privatizzazioni, raggruppa, tra gli altri, alcuni pilastri del liberalismo italiano come Alfredo Biondi o Carlo Scognamiglio.

CICCHITTO: UOMO INTELLIGENTE E COLTO - "Esprimo il più vivo cordoglio per la scomparsa di Renato Altissimo, personalità politicamente significativa, un uomo intelligente e colto". Così il deputato di Ncd Fabrizio Cicchitto.

ROTONDI: UN GALANTUOMO, POLITICO VERO - "In un'Italia che usurpa da tempo pensiero e metodo liberale, Renato Altissimo esce di scena con la discrezione del galantuomo e il distacco del politico vero". Così, in una nota, Gianfranco Rotondi di Forza Italia. 

CAPEZZONE: CI LASCIA UN UOMO PERBENE - "Cordoglio per uomo perbene e politico di limpida cultura liberale. Mi unisco al dolore dei familiari e degli amici di Renato Altissimo. Un uomo perbene e un politico di limpida cultura liberale". Lo afferma Daniele Capezzone.

LUIGI COMPAGNA: CON CRAXI RIUSCI' A FAR COLLABORARE PLI-PSI - "Nella generazione di Giolitti e Turati prima, in quella di Malagodi e Nenni poi, all'incontro e alla collaborazione tra Liberali e Socialisti non si riuscì ad approdare. Ci si riuscì solo nella generazione di Altissimo e Craxi e per la democrazia italiana fu un appuntamento importante". Così Luigi Compagna, senatore di Area Popolare e ultimo capogruppo del Pli al Senato. "Per Renato il Liberalismo non fu un luogo comune e la vita pubblica non ebbe a risparmiargli amarezze, ingiustizie, ingenerosità. Da più di 20anni, senza che nessuno glielo avesse chiesto, se ne era allontanato, forse con sofferenza, certo con straordinaria eleganza e grande orgoglio. Addio Renato e grazie di tutto", conclude.