Antico Egitto, svelato il segreto di Tutankhamon: "Mamma Nefertiti riposa con lui"

La clamorosa ipotesi sarebbe confermata dalle indagini sulla tomba

La tomba di Tutankhamon nella Valle dei Re, in Egitto (LaPresse)

La tomba di Tutankhamon nella Valle dei Re, in Egitto (LaPresse)

Cairo, 29 novembre 2015 - UNA CLAMOROSA conferma arriva dalla Valle dei Re, il cuore dell’Egitto faraonico sulla riva occidentale del Nilo, di fronte a Luxor (l’antica Tebe). Una conferma a quello che l’egittologo britannico Nicholas Reeves aveva intuito e, a suo dire, accertato già quest’estate: la tomba più celebre della storia, quella del faraone Tutankhamon, nasconderebbe degli spazi vuoti alle spalle delle pareti nord e ovest. Reeves aveva trovato tracce di due aperture (una per parete), murate dai costruttori della tomba del faraone e uniformate alla parete già esistente grazie ad affreschi omogenei e coerenti, estesi su tutta la superficie. "Ora l’intuizione diventa certezza al 90% - assicura Mahmoud el Damanti, Ministro egiziano delle Antichità -. Un modernissimo georadar ha accertato la presenza di spazi vuoti dietro le pareti nord e ovest della sepoltura di Tut".

Di cosa si tratta? Probabilmente degli spazi centrali di un’ampia tomba precedente, della quale il primo ambiente è stato murato e presentato come una nuova camera mortuaria: appunto la piccola tomba di Tutankhamon, che poi l’archeologo Howard Carter il 5 novembre 1922 ha scoperto piena dei tesori dell’intero corredo funebre. Una tomba più estesa e ramificata nel cuore della montagna, con magazzini, pozzi funerari, stanze segrete, camere per le offerte e per l’arredo funebre, e ovviamente con la camera col sarcofago. Un defunto dunque importante, un sovrano, vista la presumibile estensione della sepoltura (ancora nascosta), simile alle enormi tombe della Valle dei re; e soprattutto vista la sua collocazione nel cuore della Valle dei re (dove appunto sorge la tomba di Tut), sede dei faraoni del Nuovo Regno (1552-1069 a. C.).

E SE, come ormai sembra, vi fosse una tomba, a chi sarebbe appartenuta? La domanda ha una sola risposta: a un genitore di Tutankhamon. Il padre verrebbe da dire, dato che nella Valle dei Re il diritto di sepoltura è rigorosamente riservato a faraoni uomini. Tuttavia il padre di Tut – è certo – fu Akhenaton, il faraone eretico, che diede vita alla prima forma di monoteismo della storia, cancellando tutte le divinità, tranne il disco solare dell’Aton, e con esse le potenti classi sacerdotali annesse. Reintegrato il politeismo (proprio con Tutankhamon), Akhenaton subì la condanna all’oblio (la “damnatio memoriae”) e quindi venne ritenuto degno di una sepoltura non così rilevante, che doveva passare inosservata: una struttura (la Kings Valley numero 55) ritrovata nel 1907 in un’area periferica.

A CHI allora apparterrebbe questo nuovo ambiente funerario, che sulla base anche della conformazione del terreno, sotto il quale giace, sembra labirintico e sontuoso, degno di un personaggio importante. Non vi sarebbero dubbi: sarebbe stata l’eterna dimora della madre di Tutankhamon. La necessità della parentela stretta, la sola che giustificasse una sepoltura e quindi una vita eterna comuni, è fuor di dubbio dubbi; e allora, se non è il padre, è la madre. Chi fu la genitrice di Tut? Ad oggi gli studiosi propendono per Kiya, la seconda Grande Sposa reale di Akhenaton, colei che gli fu a fianco negli anni del declino, subentrando alla prima moglie, la leggendaria Nefertiti, tra le più belle donne dell’antichità.

MA LA nuova tomba suggerisce un’ipotesi clamorosa: la proprietaria della tomba dovette essere sì una regina, ma una regina che abbia avuto un ruolo centrale in quel delicato momento di cambiamenti politici e passaggi dinastici. E quella regina, tra le due, fu Nefertiti. Nefertiti, che a questo punto sarebbe la madre di Tutankhamon e che probabilmente avrebbe avuto una funzione di comando lei stessa e avrebbe innescato, delusa dell’esperienza monoteista del marito, una pronta restaurazione al tradizionale politeismo. Restaurazione, che poi Tut, subentrato alla made nella gestione del potere avrebbe completato. Se simili deduzioni, fondate su evidenze archeologiche ancora iniziali, sono vere, lo potranno confermare solo i lavori di accertamento dell’intera struttura, che proseguono a ritmo serrato.