Covid, tornano i cluster familiari. Cattelan: "Intere famiglie no-vax"

Ospedali in affanno, "pazienti Hiv trascurati". L'appello dell'immunologa Viola: "Vacinatevi, cambiare idea non è debolezza: siamo tutti dalla stessa parte"

Vaccino anti Covid (Dire)

Vaccino anti Covid (Dire)

Padova, 20 novembre 2021 – Tornano i “cluster familiari” in questa nuova ondata di Covid, gli ospedali iniziano ad affollarsi a scapito di altre patologie che “restano indietro”. A confermarlo è Annamaria Cattelan, primaria di Malattie infettive dell'Azienda ospedaliera di Padova. “Stiamo trascurando da due anni i pazienti con Hiv e abbiamo rallentato molto la campagna Oms per l'eradicazione dell'epatite C. Garantiamo le urgenze con le risorse e il personale a disposizione, poca cosa visto che quasi tutto e tutti sono assorbiti dal Covid”, spiega la direttrice delle malattie infettive.

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Stiamo tornando a vedere cluster familiari – continua Annamaria Cattelancome nella prima ondata. Con la differenza che allora non esisteva il vaccino e quindi bastava che un componente contraesse il Covid per passarlo a tutti i parenti. Adesso il vaccino c'è, ma ci sono anche intere famiglie no vax, per le quali il tempo sembra non essere passato”. Secondo Cattelan, “il 60% dei ricoverati con il coronavirus non è immunizzato”.

L'appello dell'immunologa Viola

Antonella Viola, immunologa dell'università di Padova, lancia un appello e un monito: "Vi prego di pensarci. Vaccinatevi", perché "storie come quella di Antonietta e Sharon non devono accadere più", sottolinea in riferimento al decesso, nel Salernitano, della giovane mamma alla quale era stato sconsigliato il vaccino in gravidanza e della sua bimba, fatta nascere prematuramente, ma morta subito dopo.

"Mi rivolgo davvero senza nessuna presunzione – continua l’esperta – a coloro che rifiutano il vaccino: cambiare idea, col cambiare delle condizioni, non è segno di debolezza, ma di intelligenza. Se fino a qualche mese fa eravate convinti che il vaccino non fosse sicuro o necessario, ora, guardando a tutte le persone vaccinate intorno a voi e alla situazione epidemiologica, potreste rivalutare le vostre posizioni". "Nella storia del nostro Paese – sostiene la scienziata – tutte le volte che ci siamo divisi in due schieramenti contrapposti le cose non sono andate a finire bene. La mia sensazione è che in questo momento per alcuni di noi il tema dei vaccini non sia più una questione sanitaria, ma identitaria. Ci si identifica nella posizione scelta e rinnegarla significa rinnegare se stessi. Ma non è così. L'intelligenza si è evoluta come capacità di adattarsi alle situazioni critiche dell'ambiente circostante. L'intelligenza è flessibilità, negli animali come nell'uomo", insiste Viola. "Non siamo schierati in due squadre di calcio che si giocano la coppa fino all'ultimo minuto: siamo tutti dalla stessa parte, ognuno con i propri dubbi, che non devono diventare però - avverte l'esperta – una gabbia da cui non poter uscire".

Situazione in peggioramento in tutta Italia

Negli ultimi 30 giorni, in Italia si osserva una maggiore incidenza di casi diagnosticati nella popolazione non vaccinata. Nell'ultimo mese, il 51,0% delle ospedalizzazioni, il 64,0% dei ricoveri in terapia intensiva e il 45,3% dei decessi sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino. Lo rileva il report di sorveglianza dell'Istituto Superiore di Sanità In paritcolare, negli ultimi 30 giorni, sono stati notificati 50.564 casi (39,9%) fra i non vaccinati e 3.980 casi (3.1%) fra i vaccinati con ciclo incompleto, 60.407 casi (47,7%) fra i vaccinati con ciclo completo entro sei mesi, 11.215 (8,9%) fra i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi e 537 casi (0,4%) fra i vaccinati con ciclo completo con dose booster.