Sabato 20 Aprile 2024

Pensioni, Poletti e Padoan: "Niente ricalcolo contributivo. Diritti acquisiti si preservano"

I ministri

Da sinistra, i ministri Giuliano Poletti e Pier Carlo Padoan

Da sinistra, i ministri Giuliano Poletti e Pier Carlo Padoan

Roma, 26 maggio 2015 - Insensato il ricalcolo delle pensioni secondo il metodo contributivo, perché i diritti acquisiti si preservano. Ma sì all'ipotesi di meccanismi più flessibili per l'uscita dal lavoro, sempre che su questo ci sia il consenso dell'Europa. Lo hanno detto i ministri Giuliano Poletti e Pier Carlo Padoan, ospiti a DiMartedì su La7. 

"Il sistema pensionistico italiano è uno dei più stabili del mondo avanzato e dobbiamo esserne orgogliosi". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ospite a 'Di martedì', su La7. "Passare nel medio periodo a un conteggio delle pensioni interamente contributivo - ha aggiunto Padoan - è una ipotesi ragionevole" ma "i diritti acquisiti si preservano sempre" e comunque non si tratta di una ipotesi all'esame del Governo. Quanto alla sentenza della Consulta, "il tesoretto che si era creato dalla differenza fra il deficit tendenziale e programmatico sarà utilizzato per sanare la questione sulle pensioni, tuttavia per il governo resta fermo l'obiettivo di trovare le risorse per aiutare le famiglie più povere".

Sul caso pensioni è intervenuto anche il ministro del lavoro Giuliano Poletti: "La previdenza - ha detto - bisogna toccarla il meno possibile e solo se indispensabile perché è un elemento di sicurezza per i cittadini". Dunque, "il ricalcolo delle pensioni con il solo metodo contributivo non è sensato, non è logico. Si tratterebbe di un meccanismo meccanico. Non è ragionevole, perché si interverrebbe anche sulle pensioni più basse". Con il decreto pensioni che il governo ha varato per ottemperare alla sentenza della Consulta oltre al bonus nel 2015 "ogni anno ci saranno 500 milioni in più" ha detto il ministro del Lavoro, respingendo al mittente le critiche sul fatto che sono stati messi in campo pochi soldi, soltanto poco più di due miliardi su un totale di 18 miliardi.

Poletti ha poi parlato dei meccanismi di flessibilità in uscita per le pensioni previsti nella prossima legge di stabilità allo studio del Governo, ma prima è necessario "un confronto con l'Europa", perché la questione comporta "un impatto sulla finanza pubblica e bisogna affrontarla in un contesto di consenso europeo". L'idea di una maggiore flessibilità in uscita nel sistema previdenziale "è da esplorare", ma "non si torna indietro" rispetto alla legge Fornero, "si amplia lo spettro di possibilità per i pensionati" ha aggiunto Padoan, spiegando che l'idea è quella di poter andare in pensione prima "con un piccolo costo da pagare per garantire la sostenibilità del sistema. In economia c'è un problema di ricerca di equilibrio, troveremo un equilibrio anche in questo".