{{IMG_SX}}Pesaro, 11 gennaio 2009 - Ma si può conferire la cittadinanza onoraria ad una persona che in quella città ci è nato e cresciuto? La filologia e il protocollo sembrerebbero dire di no, ma se quella persona è Glauco Mauri, da molti anni attore di punta del teatro italiano, soprattutto di quello «civile», nato da madre infermiera nella minuscola via della Pace, giù al Borgo, («Sono nato in Rue de la Paix!», diceva scherzando con supponenza parigina), partito per Roma e per i palcoscenici del mondo tanti anni fa, allora si può, ma nel senso che Mauri è un nostro concittadino che "ci ha onorato e ci onora".

 

E infatti l’assessore comunale alla cultura Luca Bartolucci lo ha fatto: domani alle ore 18, nel corso della seduta del consiglio comunale, alla presenza delle autorità, il sindaco Luca Ceriscioli e il presidente del Consiglio Gerardo Coraducci conferiranno l’onorificenza della cittadinanza onoraria "al maestro Mauri, un figlio di Pesaro divenuto un “grande” ... una stella pesarese nel firmamento del teatro italiano... La sua vita — dice ancora la motivazione — è un romanzo sul teatro, sul rapimento delle anime che è capace di mettere in atto, su quell’amore che prende e non lascia più, che si rinnova continuamente e si esalta esi moltiplica in una spirale che porta sempre più in alto...". La cerimonia è pubblica.

 

Una carriera lunghissima e luminosa quella di Mauri — che dal 1952 ha sempre partecipato a tutte le stagioni teatrali italiane, dal 1981 con la sua compagnia insieme a Roberto Sturno — coi primi passi pesaresi del 1946, con interpretazioni e messe in scena di tutto quanto ha offerto il teatro mondiale, dalla tragedia greca a Shakespeare (di cui ha vestito i panni di 24 personaggi), da Molière a Cecov, d a Jonesco e Beckett, insieme ai nomi più illustri del teatro italiano e con alcune incursioni anche nel cinema di successo di Nanni Moretti e Dario Argento. In questi giorni Mauri e Sturno stanno provando a Pesaro il loro «Faust» di Goethe, con adattamento e versione teatrale di Dario Del Corno e regia dello stesso Mauri, che per la stagione di prosa cittadina andrà in scena al «Rossini» da venerdì a domenica prossimi e che sarà poi portato in tournèe per tutta la stagione.

 

In una serata della scorsa estate, ospite della 'Festa Pesaro', Mauri promise che questo suo nuovo 'Faust' pesarese sarebbe stato molto meglio di quello interpretato alcuni anni fa. E lui è sempre stato uomo di parola. Dice il giusto la motivazione della cittadinanza onoraria: "Il percorso artistico di vita e di pensiero di questa straordinaria personalità non è solo ricco di interpretazioni di successo che hanno un posto nella storia del teatro italiano, ma è denso di elaborazione e creatività...".

 

Ancora meglio disse in quella sera d’estate lo stesso Mauri: "E’ il teatro che fa di me ancora un bambino, quel teatro non morirà mai perché è vita messa in scena fra attore e pubblico...". Ottimo. Ah, quell’'Ultimo nastro di Krapp' di Samuel Beckett, come vorremmo che Glauco Mauro ce lo regalasse ancora una volta, magari per festeggiare la sua cittadinanza onoraria. I tempi che viviamo sembrano adatti.