"Allarmi, richiami e sanzioni: così vigilammo su Banca Marche"

Bankitalia rende pubblica la sua attività: compresi i voti in ‘pagella’

Massimo Bianconi e Lauro Costa tra gli ex-vertici di Banca Marche sanzionati

Massimo Bianconi e Lauro Costa tra gli ex-vertici di Banca Marche sanzionati

Pesaro, 31 gennaio 2015 - Non c'è niente di più inedito dell’edito, si dice tra giornalisti. Così l’operazione ‘trasparenza’ messa in piedi ieri da Bankitalia con la pubblicazione della «attività di viglianza svolta nei confronti delle quattro banche poste in ‘risoluzione’», non aggiunge poi molto, almeno per Banca Marche, rispetto a quello che era già noto e pubblicato. E’ una sorta di riassunto delle puntate precedenti che qualcuno potrebbe anche leggere come «giustificazione a posteriori» della vigilanza rispetto al risultato finale ottenuto, almeno per Banca Marche. Istituto che, va ricordato, per oltre due anni è stata gestita direttamente da Bankitalia con i suoi commissari.

PARTIAMO dal fondo. Bankitalia ricorda di aver erogato sanzioni a chi gestiva l’istituto di Jesi: per l’ispezione del 2010-2011 multe nei confronti di 17 amministratori per un totale di 208.000 euro. «Mentre per le irregolarità rilevate nel corso dell’ispezione del 2013 si aprì nell’autunno un nuovo procedimento sanzionatorio, che si concluse nell’agosto 2014 con l’irrogazione di sanzioni pecuniarie a carico di 18 esponenti ed ex esponenti per un totale di 4,2 milioni». Non solo. Ricorda che «a conclusione dell’ispezione del 2013, il relativo rapporto fu trasmesso alla procura di Ancona, con la quale fu avviata una intensa collaborazione», per un’inchiesta ancora alle fasi iniziali. «All’autorità giudiziaria erano stati altresì trasmessi – chiosa Bankitalia – i rapporti sulle ispezioni del 2010-2011».

LA PRIMA ispezione, nel caso di Banca delle Marche, è nota. Bankitalia di nuovo ci aggiunge le valutazioni numeriche negative: «Fra il 2010 e l’inizio del 2011 furono condotte, in rapida successione, tre ispezioni, ciascuna mirata a esaminare – scrive Bankitalia – un aspetto specifico della gestione; per ciascuna di esse gli ispettori espressero un giudizio “parzialmente sfavorevole” (4 in una scala di negatività crescente da 1 a 6)». E con un voto così negativo cosa accadde? «Le interlocuzioni con gli amministratori e il management aumentarono progressivamente a partire dal 2012, con un accentuarsi di richieste da parte della Vigilanza perché si ponesse riparo ai problemi rilevati. Fu chiesto, in particolare, di portare il rapporto tra impieghi e depositi su valori più prudenti e di valutare un aumento di capitale, che venne attuato per 180 milioni nei primi mesi del 2012. La Consob, che doveva autorizzare la pubblicazione del relativo prospetto informativo, venne informata, a fine dicembre 2011, dell’esito delle tre ispezioni. Sulla base dei medesimi rilievi ispettivi vennero richiesti alla banca, ai primi di gennaio 2012, interventi correttivi».

NON solo. Vennero anche alla luce le cosiddette «operazioni anomale» del direttore generale Massimo Bianconi. «L’emersione fu nell’ambito di un’ispezione su un diverso intermediario (Banca Tercas, anch’essa finita commissariata, ndr)», scrive Bankitalia. che poi sottolinea di aver «richiesto alla banca, nel giugno 2012, di accelerare il processo di identificazione del suo sostituto. Nel settembre dello stesso anno fu nominato un nuovo direttore generale».

ISPEZIONE DECISIVA. «Nel novembre 2012 fu inviata – aggiunge Bankitalia – una nuova ispezione per rilevare l’adeguatezza degli accantonamenti a fronte del rischio di credito; giudicato largamente insufficiente lo sforzo correttivo della banca, l’ispezione venne estesa nel marzo 2013 agli altri profili di rischio, concludendosi, nel settembre 2013, con un giudizio complessivo sfavorevole (6 in una scala da 1 a 6). La Consob ricevette informazioni sugli esiti ispettivi». Non può sfuggire, però, all’osservatore esterno che questa lunghissima ispezione si protrae per quasi un anno. Con il nuovo consiglio di amministrazione che viene portato fino al commissariamento. «Alla luce di una relazione interlocutoria degli ispettori il 27 agosto 2013 la Banca d’Italia, ricorrendo ragioni di urgenza – conclude la nota di Bankitalia – al fine di assicurare la continuità della gestione aziendale, dispose la gestione provvisoria della banca; il commissariamento venne disposto il 15 ottobre 2013, per gravi perdite patrimoniali e gravi irregolarità». Il resto è storia recente: con l’incombere del ‘bail-in’, la risoluzione (alias salvataggio) e le polemiche che hanno coinvolto anche la ‘Vigilanza’.