Benelli Moto, dichiarato il fallimento per 120mila euro

Storica casa a rischio per una fornitura di ammortizzatori contestata. La società: "Bilancio solido e liquidità sufficiente, faremo appello"

Un’operaia alla catena di montaggio nello stabilimento della Benelli Moto

Un’operaia alla catena di montaggio nello stabilimento della Benelli Moto

Pesaro, 23 luglio 2016 - Una storia da colpo di sole: la Benelli Moto di Pesaro è stata dichiarata fallita. Lo ha sentenziato il giudice del tribunale di Pesaro Davide Storti. Il tutto per 120mila euro e senza altri debitori da mettere sul conto. La casa motociclistica pesarese è in mano da ormai 9 anni al secondo gruppo motociclistico cinese, quotato in Borsa a Shanghai. E il 40 per cento delle quote della Benelli sono nelle mani del ministero del Tesoro cinese. In questo momento all’interno della fabbrica di Pesaro lavorano 45 persone ed è anche la prima volta che la casa del Leoncino chiude una semestrale in attivo: 800 moto vendute a fine luglio, al settimo posto nazionale fra tutte le case motociclistiche.

La vicenda di questo fallimento inizia da lontano: otto anni fa dalla casa pesarese parte un ordinativo per 120mila euro di ammortizzatori diretto verso la casa olandese Wp Sospension. Una partita che la Benelli contesta e dice, anche, di non aver mai ricevuto. Sulla scorta di questa posizione è partito un contenzioso legale che si trascina da anni. Per seguire le pratiche legali, oltre a professionisti pesaresi, anche lo studio torinese di Franzo Grande Stevens, il professionista della famiglia Agnelli e della Juventus. Nonostante questo qualche mese fa arriva il primo ‘avvertimento’ alla casa pesarese, attraverso il decreto di sequestro di una serie di moto in attesa di partire verso i concessionari. Il debito non viene saldato e la vicenda va avanti fino alla sentenza di martedì scorso, di fallimento della Benelli Moto. Dipendenti incredubili e angosciati, sindacalisti di corsa verso gli stabilimenti della casa per chiedere chiarimenti anche sul futuro produttivo.

Solo nella tarda serata di ieri dopo telefonate e fax con la casa madre di Wenling, da Pesaro è partito un comunicato: «La sentenza ha sorpreso – scrive la Benelli – il management dell’azienda, in quanto il decreto vantato dalla società fornitrice che ha prodotto l’istanza era stato a suo tempo contestato, anche se ai fini della risoluzione in questione, Benelli aveva manifestato l’intenzione di procedere al pagamento, come in effetti sta facendo. Benelli sta già organizzando il reclamo alla Corte d’Appello di Ancona, in quanto il proprio bilancio è solido e dispone di liquidità sufficiente per l’adempiamento delle obbligazioni assunte, nella certezza che l’istanza del reclamo sarà accolta dalla Corte d’Appello». Ed in effetti ieri sera è partito l’assegno di saldo alla volta della società WP Sospension.

Benché sia stato già nominato dal tribunale il curatore fallimentare, i professionisti che stanno seguendo il caso Benelli sperano di proseguire l’attività in continuità in attesa della sospensione del decreto di fallimento. Altrimenti si dovrà costituire una nuova società e chiedere l’affitto del ramo d’azienda. Tutto questo per 120mila euro, con oltre un milione di liquidità sui conti correnti e nessun contenzioso aperto nè con il fisco, nè con l’Inps e nessuna parcella di professionisti rimasta inevasa.