Blitz antidroga, 9 arresti e 15 denunce

I carabinieri poi hanno accertato l’identità di 100 clienti tra imprenditori, operai e minorenni (VIDEO; FOTO)

ARRESTI_4752335_191939

ARRESTI_4752335_191939

Pesaro-Urbino, 23 agosto 2015 - Retata antidroga da parte dei carabinieri della compagnia di Urbino. Sette persone in cella, due ai domiciliari, 15 denunciate a piede libero, 2 kg di marijuana e 200 grammi di cocaina sequestrati (VIDEOFOTO). Accertata anche l’identità di 100 clienti, tra cui imprenditori, operai, negozianti, e pure impiegati di banca oltre a 20 minorenni.

L’hanno definita Operazione mozzicone perché tra di loro si chiamavano ‘mozzicò’ ed è un’indagine che è durata circa un anno. Sono stati arrestati Martin Merolli, albanese, 23 anni, centravanti di una squadra di calcio di Urbania, e promessa del calcio. E’ considerato dai carabinieri uno dei principali fornitori di droga della piazza. L’indagine è partita da lui nel febbraio 2014 perché qualcuno lo aveva visto passare un involucro ad un giovane dietro pagamento di soldi. Gli inquirenti, diretti dal capitano Francesca Baldacci, coordinati dalla procura di Urbino, hanno cominciato ad interessarsi di Merolli scoprendo che vendeva droga e veniva rifornito da connazionali come Erandi Cano, 25 anni, cugino, abitante a Cagli, ma poteva contare anche Ali Izieri, 25 anni, macedone. Facevano parte della gang anche gli italiani Giovanni Olimpio, 27 anni, parrucchiere a Fermignano (è ai domiciliari), Giuseppe Baratto, 36 anni, pescatore, di Taranto, residente a Fermignano. C’era anche Xhevair Domi, 24 anni, albanese, arrestato a Savona.

Ai domiciliari anche Murat Spaneshi, albanese, fornitori di droga di Domi. In cella anche l’ucraino Mykhaylo Bazyuk, 21 anni, residente a Fossombrone dove si era fatto conoscere per aver sfregiato tempo fa un giovane del posto durante uan festa di compleanno. In cella anche Bruno Xhahysa, 26 anni, albanese, di Mondavio, ma arrestato a Tortoreto (Teramo) dove si trovava per sposarsi. Il gruppo, ma ognuno di fatto agiva per conto suo, spacciava tra Cagli, Fermignano e Urbania e tra i clienti non si facevano problemi a vendere marijuana anche a 14enni. Le dosi venivano nascoste spesso nei porta salviette dei bar, dove il cliente sapeva di andare a ritirarle. Il barista era ovviamente all’oscuro di tutto, oppure sugli alberi per sfuggire al <naso> dei cani antidroga.