“Abbiamo paura della bomba, lo Stato ci ha abbandonato”

Borgo Pace non ha i soldi per rimuoverla. L'ira dei cittadini

Borgo Pace (Pesaro e Urbino), la bomba trovata in un campo (Foto Angelini)

Borgo Pace (Pesaro e Urbino), la bomba trovata in un campo (Foto Angelini)

Borgo Pace (Pesaro e Urbino), 13 ottobre 2014 - «Abbiamo paura, sono nove mesi che abbiamo una bomba con 150 chili di tritolo alle porte del centro, dormireste tranquilli voi?». I 650 abitanti di Borgo Pace Comune del Pesarese hanno paura e non lo nascondono, da nove mesi convivono con lo spettro di un ordigno bellico tornato alla luce nelle immediate vicinanze dell'abitato, rinvenuto durante dei lavori agricoli ad inizio anno.

Per la bomba di Borgo Pace però non ci sono soldi: troppi per un piccolo Comune come quello dell'entroterra pesarese. Nonostante lo Stato assicuri il lavoro degli artificieri, l'assicurazione per coprire eventuali danni a terzi che deve per legge stipulare il Comune è troppo cara per le casse di Borgo Pace: la compagnia Lloyd's ha chiesto 33mila euro, ai quali vanno aggiunti i costi logistici e di bonifica dell'area. Costi troppi alti e che rappresentano circa il 5% della spesa corrente comunale annua che è di 850.000 euro.

«Si spendono tanti soldi in spese futili e che potrebbero essere risparmiati commenta Graziano Coccini, impiegato residente nel piccolo Comune - invece per una questione simile noi veniamo abbandonati con una bomba sotto casa? E' forse una colpa essere un piccolo paese? Dov'è lo Stato per noi? Tutto questo è assurdo». Sulla stessa lunghezza d'onda anche la posizione di Marco Carraro, proprietario di un agriturismo: «Come fanno le istituzioni superiori a non capire che in un piccolo Comune la vita è fatta di equilibri fragili? Da operatore del settore come posso pensare che si possa promuovere il turismo ora? Neanche gli agricoltori si sentono più sicuri nel lavorare i terreni: chi ci dice che qui intorno non ci siano altri ordigni? Le istituzioni non ci calcolano', forse dimenticano che la bell'Italia' è fatta soprattutto dai piccoli borghi. Questa situazione è intollerabile, se le guerre le fanno gli Stati perché ora a mettere a posto le cose deve pensarci il nostro piccolo Comune?».

Bruna Baldeschi invece è una casalinga che convive con la paura: «E' possibile che in nove mesi nessuno abbia fatto nulla? Io passo decine di volte ogni giorno nella strada a poche decine di metri dall'ordigno e ho paura ogni volta, ma è inevitabile transitare lì davanti. Perché lo Stato si ricorda di noi solo quando è ora di prendere e non ci assicura i diritti sulla sicurezza?». «La mia torneria sorge proprio dietro il campo dove è stata ritrovata la bomba dice Oscar Benzi, imprenditore , da mesi invece di fronteggiare soltanto la crisi economica devo combattere anche con la paura di saltare in aria. E' un pericolo costante, transitiamo con mezzi pesanti un'infinità di volte in quella strada ed è poco rassicurante; per non parlare poi del fatto che il centro del paese è a soli due passi».

Tanta paura quindi per gli abitanti di Borgo Pace che oltre a dover convivere con l'ordigno si sentono abbandonati anche dalle istituzioni. Mentre il primo cittadino Romina Pierantoni continua ad attendere una risposta dal premier Renzi, i cittadini sono oramai esasperati e pensano anche a soluzioni estreme: «Se la situazione non si risolve velocemente dice Marco Carraro potremmo anche pensare di caricare la bomba e portarla a Roma per protesta, visto che loro non la ritengono tanto pericolosa da doverla rimuovere».