'Esplodono' le proteste

Pesaro, 19 ottobre 2014 - All'ombra dell’ultimo sole, non sta seduto il pescatore. Perché con la storia delle bombe nell’Adriatico qualcosa è cambiato. Soprattutto tra i tanti consumatori di pesce che raggiungono le pescherie oppure i banchetti al porto. Si è innescata, insomma, la paura. E così ieri una delegazione di pescatori ha raggiunto la nostra redazione per protestare.

In soldoni: la campagna rischia di creare danni, soprattutto quando si parla di arsenico, micidiale veleno che tutti conoscono. Poteva andare diversamente? Assolutamente no. Era da mettere in conto che gli uomini di mare una bella mattina lasciassero le banchine del porto per sollevare le loro perplessità. Nessuno può mettere in dubbio che in fondo all’Adriatico si possa trovare (sotto metri di melma) un po’ di tutto, bombe comprese. Della Prima come della Seconda guerra mondiale.

Più difficile quelle del conflitto in Bosnia perché il ministero aveva indicato ai piloti il punto di mare dove eventualmente scaricare gli armamenti prima di rientrare alle basi. Per il resto è come cercare un ago in un pagliaio. Il porto di Pesaro è stato bonificato qualche anno fa e nessuno vi ha trovato nulla. Sull’ipotesi che davanti alle nostre coste vi sia una vera e propria Santabarbara ci sono molti dubbi. Alla fine i pescatori rovesciano il detto appiccicato loro dalla saggezza popolare: «Cala Trinchetto».