Il carcere sembra un girone infernale

Sesto incendio in 5 mesi, magrebino aggredisce le guardie: "Situazione allarmante"

Il carcere (Fotoprint)

Il carcere (Fotoprint)

Pesaro, 26 marzo 2015 - UN NUOVO incendio, il sesto negli ultimi cinque mesi, è divampato all’interno del carcere di Villa Fastiggi. «L’effetto emulativo sta alimentando un fenomeno che ha assunto le proporzioni dell’emergenza», è la denuncia di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe). Il copione si è ripetuto nella tarda mattinata di lunedì all’interno della Prima sezione dove un detenuto di origine magrebina di 29 anni, assegnato a Pesaro con il marchio della pericolosità, si è reso responsabile con la complicità di due connazionali dei reati di incendio, danneggiamento, violenza, minaccia a pubblico ufficiale e detenzione di armi da taglio. Il Sappe tira un sospiro di sollievo «per l’ennesima tragedia evitata dal coraggio e dalla professionalità degli uomini della Polizia Penitenziaria di Pesaro», ma solleva dubbi per la «sempre più confusionaria politica di gestione, movimentazione e assegnazione dei detenuti nei circuiti regionali».

IL TUTTO mentre dall’Ufficio di sorveglianza cominciano ad arrivare, con il rigetto delle istanze di risarcimento avanzate per le condizioni carcerarie, le prime conferme circa l’umanità del trattamento penitenziario operato a Villa Fastiggi. Il segretario regionale del Sappe, Nicandro Silvestri, sottolinea che alla data del 28 febbraio scorso erano detenute a Pesaro 260 persone delle 927 e presenti nelle carceri delle Marche.

Nel corso del 2014, all’interno del carcere di Villa Fastiggi, sono stati sventati 6 tentativi di suicidio «Gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono per fortuna il servizio nel carcere di Pesaro con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici – osserva Silvestri - Ma non si può e non si deve ritardare ulteriormente la necessità di adottare urgenti provvedimenti. Non si può pensare che la gestione quotidiana delle costanti criticità di Villa Fastiggi e delle carceri delle Marche sia lasciata solamente al sacrificio e alla professionalità delle donne e degli uomini che vi lavorano».