Pesaro, 24 luglio 2014 - C’è qualcosa di antico, ma anche di sbagliato nel cosiddetto caso Hackett. Intendiamoci, il giocatore ha sbagliato a lasciare il ritiro della Nazionale di basket in quella maniera. Ma chi invoca una punizione esemplare pare più lontano dal buon senso dello stesso giocatore.
Ma come? Belinelli e Bargnani fanno sapere che non sono disponibili a partecipare all’estate azzurra e non succede niente. Mentre il povero Hackett, che non fa parte degli eletti della Nba, deve presentarsi con certificati medici ed essere in qualche modo obbligato a partecipare ai raduni anche se si sente usurato da una stagione lunghissima. C’è un’evidente disparità e una mancanza di equilibrio tra le due situazioni. Disparità e mancanza di equilibrio che emergerebbero in tutta la loro enormità in caso di una condanna più o meno esemplare del giocatore. Bisogna fare attenzione a sentenze e punizioni esemplari.
L’eccesso di legalismo diventa foriero, talvolta, di ingiustizie evidenti. E’ accaduto già in passato, basterebbe ricordare la famosa monetina con sentenza anti-Pesaro e successiva ammissione di Meneghin di avere in qualche modo “ingannato” la giustizia della Federbasket per “educare” i lanciatori di monetine. Lo stesso persoanaggio poi diventato presidente della Federbasket.
Per rimanere nella gestione della Fip, che cosa sarebbe successo se nel finale della stagione scorsa a vincere il campionato fosse stata Siena e a salvarsi Montegranaro? Due società in posizione chiaramente ed evidentemente irregolare: Siena non aveva addirittura approvato il bilancio per non far emergere la sua condizione di illegittimità sportiva, e di cui tutti sapevano, la sua situazione interna e l’inevitabile esclusione dal campionato. Anche lì la Federazione insieme alla Lega si appellarono al legalismo di norme tutte da rivedere e alla difesa di un sistema che appare, invece, sempre più incancrenito. L’ultimo errore (oltre che un’ingiustizia abbastanza evidente) sarebbe fare di Daniel Hackett un martire suo malgrado. Vorrebbe dire che il sistema non può essere riformato o migliorato. Di esemplare ci dev’essere comunque poco.