Pesaro, 31 gennaio 2015 - Oltre 5.500 lavoratori della nostra provincia non ricevono da aprile dello scorso anno l’indennità di cassa integrazione e mobilità. A lanciare l’allarme sui mancati pagamenti degli ammortizzatori sociali in deroga è la Cgil di Pesaro e Urbino che, dati Inps alla mano, definisce la situazione «insostenibile e non più rinviabile».
Il segretario confederale, Claudio Morganti (che è anche responsabile industria) spiega infatti che «nonostante per il 2014 il dato sul numero di ore utilizzate sia ancora incompleto – dice – certo è che circa 5500 lavoratori del nostro territorio hanno ricevuto l’ultima indennità ad aprile 2014 e da lì in poi i pagamenti sono bloccati». Da aprile 2014 ad oggi questi lavoratori sono privi di qualsiasi entrata e fonte di sostegno economico. «Il 2013, nella nostra provincia, si era chiuso con un monte ore di cassa integrazione in deroga pari ad un milione e 668mila circa, per un importo erogato di circa 14milioni e 132mila euro – dice Morganti –: il tasso più alto rispetto alle altre province marchigiane, con 1434 aziende coinvolte e 5432 lavoratori interessati. La mobilità in deroga, invece, ha coinvolto 402 aziende con 495 dipendenti, con un importo erogato pari a 2milioni e 188mila euro». Morganti continua a snocciolare i numeri impressionanti della crisi che ha colpito questo territorio: «Sempre dati Inps alla mano – dice - ci risulta che a Pesaro le ore autorizzate nel solo primo quadrimestre 2014 siano state 488.621 per un importo erogato pari a 4milioni e 199mila euro. Le aziende coinvolte sono 831 aziende e 2.965 lavoratori (sempre solo nei primi 4 mesi), mentre per quanto riguarda la mobilità in deroga, 28 sono state le aziende per un importo di 98.762 euro».
Poi l’attacco, anche alla Regione Marche: «In altre province – aggiunge il segretario confederale della Cgil di Pesaro e Urbino – la Regione è riuscita ad erogare le indennità fino a giugno. Sono pochi mesi di scarto, ma ancora una volta Pesaro risulta essere la ‘cenerentola’, con tassi di disoccupazione più elevati rispetto ad altri. Le polemiche e i rimpalli di responsabilità non ci interessano, ma il sostentamento dei lavoratori per noi è una priorità – conclude Morganti – e il fortissimo ritardo accumulato rischia di dare un contributo sostanzioso alle nuove povertà».