Quei pesaresi... così barbari

Pesaro-Urbino, 30 marzo 2015 - Mai montare troppo la panna, perché esce dal contenitore e ti sporca. Mai spararle troppo grosse, perché qualcuno può anche crederci ed utilizzare contro di te le tue parole. E’ quello che sta accadendo al Pd pesarese ed al suo leader Matteo Ricci. Per contrastare la candidatura del ‘noto rivoluzionario’ Luca Ceriscioli, non potendolo far passare per il ‘Che Guevara’ dei poveri qualcuno ha ben ipotizzato di spaventare i poteri forti anconetani raccontando della rivincita dei pesaresi. Quel qualcuno è ovviamente parte di questi poteri, anzi ne è l’espressione diretta.

Tanto da essere spaventato anche dal quel poco di nuovo che avanza che verrebbe interpretato da Ceriscioli. Quindi l’operazione politico-giornalistica è fin troppo semplice: utilizzando le esagerazione mediatico del sindaco-comunicatore ci si inventa un’operazione politica di marca pesarese. Operazione che, ovviamente, ha ben poco senso per chiunque conosce sia le vicende locali (c’è una profonda spaccatura nel Pd di questa provincia) sia per chi sa bene dove sono i poteri che contano a livello regionale. DA queste colonne avevamo anticipato nei mesi scorsi, prima dell’esito delle primarie del Pd, quale sarebbe stato il leit motiv delle mosse di tutto un ambiente che in questi anni ha ‘governato’ la Regione attraverso l’indiscussa abilità e le qualità politiche di Gian Mario Spacca: l’allarme anti-pesaresi. Essendo noi un po’ ingenui pensavamo ad un’operazione più raffinata, ma, evidentemente, anche la polemica sotto costo può bastare. Soprattutto se si vuol far emergere il ruolo del sindaco di Pesaro in versione rottamatore. Dietro c’è un ragionamento classico dell’anti-comunismo d’antan: la maschera del potere. Ceriscioli diventerebbe la copertura per una presa del potere di Matteo Ricci. Basta riandare col pensiero ai tempi di Prodi e D’Alema. Intendiamoci, tutto politicamente legittimo. L’importante, però, è non dimenticare i fatti concreti: il potere vero dell’attuale Regione è collegato al quadrilatero che lega Ancona e Fabriano via Jesi con Macerata. Oltre non si va. Basterebbe, per averne conferma, verificare gli investimenti statali e regionali degli ultimi 10 anni. E’ questo sistema che non vuole cambiamenti bruschi o riequilibri territoriali.  E’ con questo sistema che Luca Ceriscioli si deve confrontare, rispetto al quale, forse, non basta un semplice richiamo al rinnovamento. Ha due strade l’ex-sindaco di Pesaro: andare dritto alla battaglia rischiando di finire in qualche trappola. Oppure mettere in campo qualche esploratore che quel mondo lo conosce bene e sa come rassicurarlo come Pietro Marcolini. D’altra parte la politica è sempre l’arte del possibile. Fino a prova contraria.