La rivoluzione e la bellezza

Pesaro, 25 gennaio 2015 - Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza. Lo diceva Ernesto Che Guevara, forse il più utopista e, per questo, amato dei rivoluzionari. E ora, finalmente, sembra che questo sogno si possa realizzare. E’ giunto dunque il tempo di rendere possibile l’illusione: Rivoluzione e Bellezza si sono finalmente incontrate, o meglio lo hanno fatto i due assessori che sulle spalle portano queste particolari deleghe: l’urbinate Vittorio Sgarbi (autonominatosi assessore alla Rivoluzione) e il pesarese Daniele Vimini, primo assessore d’Italia alla bellezza. 

La loro Sierra Maestra l’hanno trovata sull’asse Pesaro-Urbino, passando per Gallo e Cappone: il pollaio rinascimentale. Un incontro che al momento promette suggestioni, tumulti e sconvolgimenti. Un segno dei tempi e del tempo. Che passa. All’incrocio tra gli anni Ottanta e i Novanta all’allora Pci (segretario Ucchielli) venne l’idea di Sgarbi alla guida della cultura di Pesaro. Intervenne Renato Nicolini (l’inventore dell’effimero) da Roma per bocciare l’iniziativa osteggiata anche da molti intellettuali locali (il ribattezzato Cartello di Cattabrighe). Sgarbi volò in altri lidi. Consigliere comunale e poi sindaco di San Severino Marche (era il 1992, la maggioranza Dc- Msi).

Oggi senza più paraventi e ideologie ci risiamo, Sgarbi ambasciatore della cultura di questa provincia e molto attratto da Pesaro come il quarto duca di Urbino che la scelte come capitale al posto di Urbino nel 1523. La storia si ripete, cicli, ricicli, grandi ritorni... ma chi avrà il coraggio di raccontarlo a Ernesto Guevara che sarebbe finita così.