Giovedì 18 Aprile 2024

Provincia, conclusa l'occupazione. "Il governo li rende infelici"

I dipendenti protestavano contro la riforma dell'Ente. Sindacati duri

MOBILITATI I dipendenti provinciali nella sala occupata con i loro cartelli di protesta. A destra l’assemblea di venerdì con il segretario della Cgil Simona Ricci

MOBILITATI I dipendenti provinciali nella sala occupata con i loro cartelli di protesta. A destra l’assemblea di venerdì con il segretario della Cgil Simona Ricci

Pesaro, 21 dicembre 2014 - E’ proseguita fino alle ore 18 di ieri pomeriggio l’occupazione della sala del consiglio provinciale in via Gramsci da parte dei dipendenti per protestare contro la riforma dell’Ente che, secondo Cgil-Cisl e Uil «lascia aperti tutti i dubbi e gli interrogativi sia sulle funzioni che sul futuro occupazionale dei dipendenti». Oggi giornata di riposo anche per gli occupatori di via Gramsci e domani mattina si riparte, in attesa di capire meglio cosa succederà dopo l’approvazione della legge di stabilità, che si è occupata anche del caos Province, modificando, almeno a quanto sembra, il quadro.

«Il sindacato aveva già denunciato come tagli previsti dalla legge di Stabilità avrebbero inciso su tutto il sistema delle autonomie locali – prosegue la nota – e in particolare le province che non riusciranno a garantire servizi fondamentali per la cittadinanza come ad esempio la manutenzione delle strade, sicurezza stradale, la tutela dell’ambiente, l’edilizia scolastica e trasporti». Di fronte a questo stato di cose dipendenti provinciali (oltre 530) e sindacati hanno deciso, venerdì scorso, di occupare la Provincia. Assemblea e picchetto nella giornata di venerdì, doppiato dopo una notte di riposo, dalla mobilitazioni di ieri.

Intanto è stato approvato il maxi emendamento alla legge di Stabilità. In relazione alle province pare dare questo scenario: 90 giorni per decidere chi rimane nell’ente sopravvissuto (scuole, strade, ambiente e poco altro) e chi invece deve essere trasferito ad altri enti. In particolare Regione (che acquisisce un tot di competenze) e Comuni o Unioni di Comuni. Alla provincia di Pesaro si parla di 270 esuberi da ricollocare. I tempi previsti sono fino al dicembre 2016, circa due anni. Poi scatterà la mobilità che porta fino al licenziamento.

Secondo il segretario della Fp-Cgil provinciale Roberto Rossini questo provvedimento è «da considerarsi inutile». E ancora: «Mentre la legge, contraddicendo la norma “Delrio”, mette a rischio il futuro occupazionale dei dipendenti perché nonostante quanto stabilito sul passaggio delle competenze alle Regioni e ai Comuni, le decisioni del governo non sono coerenti con questa norma».

INSOMMA la confusione regna sovrana e non sarà un buon Natale per i dipendenti provinciali, quali sia la loro collocazione tra riconfermati ed esuberi. Il 23 è previsto un incontro a livello nazionale col ministro della Funzione pubblica Marianna Madia proprio sul problema delle province. «Dopo quell’incontro – conclude Roberto Rossini – decideremo quali azioni intraprendere».