Pesaro, 6 maggio 2010 - Dopo il caos delle panne antiquinamento, al porto arriva il problema della sabbia. Nessuno sa dove metterla. Tra i meandri della burocrazia, i lavori di prolungamento dei moli del porto si sono bloccati una seconda volta. Nel corso dell’inverno, tra una cosa e l’altra, i 25 operai della ditta 'Idresia' sono rimasti fermi per oltre tre mesi.

 

Il molo è andato avanti di soli 40 metri ed il responsabile del cantiere ha dovuto chiedere un’altra volta la cassa integrazione guadagni per tutto il personale occupato. E non è finita: fermo restando l’attuale situazione è possibile che il molo di Levante, ora occupato dal materiale e dalle macchine della ditta appaltatrice, possa anche rimanere così fino alla fine dell’estate. Uno spettacolo tutt’altro che bello per una struttura che nel corso della bella stagione vede entrare ed uscire tanti diportisti, non solo pesaresi.

 

"L’area occupata è quella di pertinenza del cantiere - dice Giovanni Cimorelli - e per quello che ci riguarda resta così fino al termine della stagione estiva. Se vogliono che venga liberata, basta che paghino...". L’aria che tira è quella di burrasca per cui è possibile che possa nascere anche un contenzioso legale tra la stessa 'Idresia', la ditta che ha vinto l’appalto e le Opere Pubbliche Marittime. "Effettivamente abbiamo subìto molti danni - dice Cimorelli -: stiamo tenendo tutti i mezzi così, fermi".

 

"Tutto ciò non è possibile, così come non è ammissibile che nell’arco di un inverno sia stato possibile solamente procedere verso il mare per soli 40 metri. Un’opera che noi avremmo dovuto chiudere nell’arco di un anno e mezzo e che invece rischiamo di trascinarla per venti anni, se andiamo avanti con questi ritmi lavorativi. Sono avvilito perché non è possibile che un appalto da undici milioni di euro possa procedere in queste situazioni".

 

Il nodo è la sabbia?

"Sì. Con le attuali normative i permessi concessi dalla Regione coprivano un arco di tempo che andava da ottobre a gennaio. Abbiamo avuto una proroga fino alla fine di febbraio. In questo arco di tempo abbiamo smaltito la sabbia delle escavazioni lungo l’arenile, dopodiché non è stato più possibile. Per cui dall’inizio di marzo il cantiere è fermo. Non riusciamo a fare un solo passo in avanti perché non si risolve questo problema. Colpa della burocrazia? Io non so di chi sono le colpe, comunque sta di fatto che non è possibile andare avanti così perché i danni sono enormi anche per noi".

Ma ci sono colpe vostre?

"La domanda mi fa piacere, perché ne stiamo sentendo di tutti i colori, compreso il fatto che noi siamo fuggiti lasciando il cantiere abbandonato. Non è assolutamente vero e sarà bene sapere una cosa: noi abbiamo lavorato a La Spezia, a Pescara, a Ponza ed anche ad Imperia. Siamo considerati seri e affidabili. Questo è il nostro mestiere. D’altra parte a testimonianza di quello che dico basta andare al porto e guardare le opere in calcestruzzo che abbiamo fatto: i tetrapodi sono tutti pronti e se non ci fossero stati questi fermi, forse saremmo arrivati alla conclusione dei lavori del primo molo".