Pesaro, 5 luglio 2010 - Avrebbero dovuto esibirsi il 10 luglio nella chiesa dell’Annunziata, come ospiti del festival 'Vespri d’organo a Cristo re'. Ma l’Arcidiocesi di Pesaro ha annullato il concerto dei venti ragazzi (tra i 19 e i 42 anni) del coro omosessuale Komos di Bologna. Solo venerdì l’annuncio del ritorno del gruppo in una chiesa cattolica a un anno dai dissapori con la curia bolognese. Ieri la marcia indietro, attraverso un comunicato stampa, dell’Arcidiocesi pesarese (che attraverso l’Ufficio dei Beni culturali ha dato il suo patrocinio alla settima edizione della manifestazione), che "si dissocia fermamente dall’iniziativa inserita nella manifestazione, in programma per il 10 luglio": il concerto del coro Komos, appunto.

 

"Tale esibizione, pertanto, viene annullata", conclude perentoria, la nota. A luglio 2009 il coro era stato allontanato dalla chiesa di Bologna dove teneva le prove, per decisione dell’arcivescovo Carlo Caffarra, il quale aveva fatto riferimento al documento della Congregazione per la dottrina della fede sugli omosessuali, firmato nel 1986 dall’allora cardinale Joseph Ratzinger. Verosimilmente queste sono anche le motivazioni di monsignor Piero Coccia. Paolo Montanari, 27enne modenese, è il direttore e fondatore (nel 2008) del coro gay maschile Komos.

 

"Concerto annullato? Veramente? Lo apprendo da voi in questo istante - ha risposto esterrefatto al telefono -. L’organizzazione dell’evento ci aveva contattato mesi fa. Stavo già facendo pubblicità tra gli amici e conoscenti marchigiani". E’ interdetto e dispiaciuto: "Ci avevano chiamati perché interessati alla qualità musicale del nostro coro, non per le ragioni sociali del progetto Komos, che certamente ci sono, ma non sono le uniche; noi prima di tutto facciamo musica, perché amiamo la musica". Paolo è diplomato in oboe, ha alle spalle studi di composizione e canto e una laurea al Dams di Bologna con una tesi in drammaturgia musicale.

 

Tra gli scopi del gruppo, come si legge sul sito internet, c’è anche quello di "promuovere la cultura omosessuale attraverso la musica". Ma "non è che ogni volta che ci esibiamo facciamo una conferenza sui dirittti gay", precisa Montanari. "Cosa vuol dire che l’Arcidiocesi si dissocia... Noi cantiamo, che male potevamo fare a Pesaro? Sembra che essere aperti e tolleranti in questo momento storico non sia molto di moda. Evidentemente anche la Chiesa si adegua allo spirito dei tempi. Avremmo dovuto essere avvisati per tempo e non venirlo a sapere da una giornalista". Poi ci tiene a precisare che "i cattolici non sono tutti omofobi", "A me - conclude Paolo Montanari - piacerebbe essere giudicato per la qualità musicale, punto e basta". In serata ha richiesto spiegazioni alla diocesi di Pesaro attraverso una mail.