Pesaro, 8 ottobre 2010 - Si chiama 'Villa Debora', e si trova a Cairo di Mombaroccio. Ci fanno feste e banchetti, ma sta diventando famosa anche per i suoi processi. I vicini non sopportano il chiasso provocato delle feste e non trovano altra strada che quella della denuncia in tribunale. Con processi in serie a carico del proprietario che è pure un carabiniere.

 

L’ultimo si è aperto ieri. Il ristoratore è finito sul banco degli imputati per disturbo della quiete pubblica (reato che in genere non arriva mai al dibattimento perché si chiude con un decreto penale dal costo di 100 euro) mentre un vigile urbano di Mombaroccio è accusato di aver omesso di far rispettare l’ordinanza del sindaco che imponeva una moderazione della musica dalle 23 in poi. Anzi, il tutore della legge sarebbe passato dalla parte di chi ballava e saltava.

 

Col risultato, che tre famiglie residenti vicino al ristorante 'villa Debora' hanno chiamato i carabinieri alle 3 di notte tra il 17 e il 18 giugno 2006 per denunciare un chiasso terrificante proveniente dalla villa. Il processo vede imputato il proprietario del locale, Cosimo Galasso di Fano, i rappresentanti legali di una società di intrattenimento e soprattutto il vigile urbano Pierfranco Generali, accusato di aver omesso di far rispettare l’ordinanza del suo sindaco seppur fosse stato inviato alla festa in divisa proprio per quella ragione.

 

Anzi, la procura lo accusa anche di altro: aver omesso di assistere una 15enne fanese che, totalmente ubriaca, vagava tra le campagne intorno al ristorante dopo esser stata abbandonata dalla compagnia con la quale si trovava. Trovata dai vicini di casa, insonni per il chiasso, e riaccompagnata alla festa per consegnarla al vigile urbano che si trovava ancora all’ingresso, questi si sarebbe disinteressato delle sorti della minore dicendo che non era compito suo riportarla a casa o preoccuparsi di rintracciare i familiari.

 

Per questo, è stato necessario richiamare i carabinieri e affidare la ragazzina ai militari dell’Arma. Il contenzioso penale tra villa Debora e i vicini di casa (tutelati dall’avvocato Alberto Coli) sta diventando materia di interesse statistico. Le querele si susseguono in concomitanza alle feste e ormai i residenti dispongono di strumentazione tecnica specifica per il rilevamento del rumore.

 

Anche l’Arpam ha fatto ripetuti sopralluoghi per stabilire il livello del rumore. Quella notte del 17 giugno, i decibel registrati furono di 71.5 mentre la legge prevede per la notte un limite di 3 db. Il processo riprenderà il 2 febbraio.