Pesaro, 26 novembre 2010 - Cinque anni e non s’è visto un mezzo spicciolo di risarcimento, se mai li vedranno quei soldi. "Più di tre milioni di euro di danni per quattordici ditte alluvionate", riassume l’avvocato Gianluca Domenici dello studio legale Gori. Quattrini appesi alle incognite di una causa civile che ha trascinato in tribunale Regione, Provincia, Comune, Ato, Aspes Multiservizi e Spa (e rispettive assicurazioni), "ognuno con la sua parte di responsabilità", spiega l’avvocato. Davide contro Golia, i tempi della giustizia che promettono d’essere biblici mentre le rate dei mutui non sgarrano di un giorno, la tentazione di aggrapparsi alla tv e chiamare Striscia La Notizia.

 

E’ un triste anniversario per il Comitato di via Toscana, un altro che scivola via a tasche vuote e carte bollate. Venticinque e 26 novembre 2005: la piena del Foglia varca l’argine dietro la scuola edile. Una valanga d’acqua e fango affoga una ventina di aziende sotto un metro e mezzo di debiti. Hanno resistito in quattordici. Cinque anni dopo, "siamo in mezzo a una strada", taglia corto Amilcare Monaldi, il titolare di una delle fabbriche alluvionate. E c’erano davvero in mezzo alla strada, ieri mattina: tutto il Comitato per dire che di promesse ed illusioni non si campa più, con i mutui alla gola. "Promesse del Comune e degli Enti pubblici, che continuano a rimpallarsi le colpe uno con l’altro", recrimina Paolo Muratori, il presidente del Comitato. Come quella di "un terreno per far trasferire le nostre aziende e compensarci dei danni subiti".

 

Silvio Crescentini, il proprietario de La Fanette, non l’ha scordata: "Doveva essere l’area vicino a via Fastiggi. Ci avevano assicurato che entro due anni avremmo potuto andarci. Stiamo ancora aspettando". Le fogne sì, «quelle l’Aspes le ha rifatte», concede Muratori, «ma solo dopo che era già accaduto il peggio», gli ricordano i suoi. Anche gli argini sono stati rialzati, pure questi in ritardo. "L’allarme c’era già. Studi della Provincia dei primi anni ’90 segnalavano quell’argine come il punto più critico di questo tratto", ricorda anche l’avvocato Domenici.

 

Perché è difficile dimenticare. Mariella Della Santa, la titolare della M4, non vuole farlo. Davanti alla sua fabbrica c’è ancora un container pieno di modellini d’auto impiastricciati di fango, tutta roba da mandare al macero. Sta lì da cinque anni. «Non abbiamo voluto buttarlo» fa lei. Se lo tengono, e con quello conservano pure una perizia da 400mila euro di danni in materiali e attrezzature e le porte gonfiate dall’acqua. "I soldi non arrivano, non le cambio", dice. La Tonucci aspetta 220mila euro, 480mila Muratori, e poi Monaldi, Pesaro Feste, Abbet Laminati. La fila è lunga, le assicurazioni non pagano, "il momento economico è difficile, ci sono i mutui", ammette Monaldi.

 

Ma i tempi dell’economia sono diversi da quelli della giustizia. La novità del giorno è che il 9 dicembre il Tribunale darà incarico ad un consulente tecnico d’ufficio, mentre fuori dalle aule le parti lavorano alla ‘scorciatoia’ di una definizione bonaria della vertenza, una transazione. Spiega l’avvocato Domenici: "Il consulente dovrà verificare le cause e le responsabilità di questo evento dannoso e depositare una perizia". Ancora.