Pesaro, 14 gennaio 2012 - E’ UNA PENSIONATA pesarese di 65 anni. Prende 465 euro al mese di pensione, ma deve dei soldi all’Inps per dei mancati versamenti quando aveva un’attività in proprio. Equitalia, ricevuto l’incarico di recuperare quel vecchio credito pari a 20mila euro, sanzioni comprese, ha agito nei confronti della pensionata sul binario di sempre: ha pignorato un quinto della sua pensione. L’interessata è corsa dagli avvocati Pacenti e Bertuccioli per opporsi al pignoramento. E ha avuto ragione. Il giudice ha bocciato questa forma di pignoramento perché non si può portare via, anche se solo per un quinto, la pensione minima. Per gli avvocati si deve consentire la sopravvivenza della persona e la sua dignità. Ma appena ha ottenuto l’annullamento del pignoramento, la 65enne si è accorta che il suo conto corrente in banca era stato fatto «prigioniero». Infatti Equitalia, intuendo che il giudice avrebbe dichiarato impignorabile la pensione minima di una persona, ha bypassato l’inciampo pignorando direttamente il conto corrente della pensionata dove arrivava l’assegno mensile della pensione. Nel conto c’erano 1000 euro. Quando la pensionata è andata alle Poste a ritirare i suoi soldi, si è sentita rispondere che quei soldi erano bloccati da Equitalia. Racconta l’avvocatessa Valeria Bertuccioli: «Dopo che il giudice ha riaffermato che non si può pignorare una pensione minima perché si impedirebbere alla persona di vivere dignitosamente, ci siamo ritrovati col conto corrente bloccato perché vi confluiva l’accredito della pensione. Equitalia insomma ha imboccato contemporaneamente due strade parallele: se andava male la prima, c’era l’altra. Adesso la mia cliente ha ritirato la delega alle poste e va a ritirare la pensione in contanti per evitare nuovi blocchi».

RIMANE il fatto che la pensionata non ha pagato allo Stato quanto doveva? «Questo è indiscutibile ma non per colpa sua. E comunque, può capitare di essere in debito con l’erario — dice l’avvocatessa Valeria Bertuccioli — e in questo caso la mia cliente non lo nega di certo. Ma non si può attaccare il suo diritto a vivere pignorandogli la pensione. Non avendo altri redditi, se si prende un quinto di 465 euro, si scende a quattrocento. Se la pensionata ha un affitto da pagare e le normali esigenze di cibo, vestiti e bollette, si capisce in fretta che la pensione minima basta appena per fronteggiare le spese. Bene ha fatto il giudice ha rimarcare un principio di diritto ma stupisce che Equitalia non veda o faccia finta di non vedere i paletti voluti dalla legge che nessuno, nemmeno il più esigente e severo esattore, può superare».