Pesaro, 3 marzo 2012 - Lui, italiano di rigida fede musulmana, era volato in Marocco per trovare una moglie devota a lui e ai dettami della fede. Alla fine la donna non ha resistito a tanta intransigenza.

SI FIDAVA poco delle ‘italiane’, cioè di quelle residenti da anni in Italia pur provenendo dal nordafrica. Le voleva di provata e granitica fede musulmana. Per questo, un operaio trentenne, italiano, residente nei dintorni di Pesaro, dopo essersi convertito all’Islam, è volato in Marocco a scegliersi la sposa devota. E l’ha pure trovata come voleva lui, di rigida osservanza religiosa. Poco dopo l’ha sposata portandola a vivere in Italia. Dove però è successo l’impensabile.

LA SPOSA ha accettato solo per qualche mese il rigido protocollo coniugale, ossia vietato uscire, vietato farsi vedere, vietato camminar da sola. Poi ha puntato i piedi dicendo che non ne poteva più. Cominciando a vestirsi e soprattutto a comportarsi all’«occidentale». In parole semplici, l’arrivo e la permanenza in Italia hanno trasformato ben presto la moglie dell’operaio in una donna che il marito non riconosceva più. Frequentazioni nuove, sospetti di tradimenti, scarsa attitudine ai lavori casalinghi e poca propensione a rivestire i panni della devota.

INSOMMA, per l’operaio una spiacevolissima sorpresa. All’uomo non è rimasta scelta che ricorrere ad un avvocato e chiedere la separazione dalla moglie per un classico motivo ‘occidentale’: sospetto tradimento. La separazione è stata firmata alla fine da entrambe le parti (in maniera consensuale dopo un avvio in cagnesco) davanti al giudice del tribunale di Pesaro. La donna però ha rigettato l’accusa di tradimento, ma non ne voleva più sapere di stare al fianco dell’operaio, tenuto conto che l’ex moglie dell’uomo è pure cintura nera di arti marziali. Insomma, non era nemmeno consigliabile per l’operaio mettersi troppo di traverso perché poteva incorrere in ritorsioni anche fisiche.
 

SONO numerosi i casi di matrimoni ‘misti’ che finiscono davanti ai giudici per incompatibilità ‘spirituali’ e di carattere. Mai però era accaduto che un matrimonio fondato sulla stretta osservanza religiosa, perdipiù di fede musulmana, finisse a gambe all’aria per un ‘ripensamento’ della donna. Che non ci stava più a non uscire di casa, se non accompagnata.
 

Se questo poteva succedere in Marocco, arrivata in Italia ha capito che usi e costumi erano molto diversi. E che non fosse più il caso di rimanere legata a quel modello di matrimonio che intendeva il marito italiano. Il quale deve ancora capire, dottrina alla mano, dove ha sbagliato.
 

di Roberto Damiani