Pesaro, 5 marzo 2012 - GUADAGNAVA in un anno come una ditta artigiana in cinque: dai 200 ai 300mila euro. In pochissimo tempo, aveva messo da parte un milione di euro. Esentasse. Ora per colpire questi guadagni, la Guardia di Finanza è alla ricerca di beni da confiscare riconducibili alla 40enne colombiana, residente a Pesaro, di professione prostituta.

La quale, in pochissimo tempo, ha messo da parte 1 milione di euro. La straordinaria performance economica derivava dalle tariffe applicate: da 150 a 500 euro l’ora, con disponibilità illimitata di prestazioni. E di clienti. La Finanza è arrivata a lei per caso, controllando gli uffici di «transfert money», dove gli stranieri spediscono soldi guadagnati col lavoro alle famiglie rimaste in patria. La donna aveva un «via vai» continuo a quello sportello, anche se a spedire i soldi a Calì, in Colombia, erano i suoi clienti. Li portava allo sportello per non far apparire che fosse lei ad inviare tanto denaro. Loro, i clienti, si prestavano, sapendo di non correre rischi penali. Si sbagliavano, perché 12 affezionati frequentatori della 40enne verranno trascinati in tribunale con l’accusa di concorso in riciclaggio di denaro.

Ma se una sola donna guadagna 1 milione di euro, a quanto ammonta il giro di denaro a Pesaro per il sesso a pagamento? «Non meno di 50 milioni di euro». Lo rivela il comandante provinciale della Guardia di finanza Francesco Pastore, che parte da alcuni punti di riferimento: «Se ci fossero a Pesaro e circondario almeno trenta o quaranta “massaggiatrici”, e in base agli annunci che compaiono sui giornali, ci sono, significa che il giro di denaro non è inferiore a quello messo in campo dalla signora colombiana. La quale attirava clienti con un semplice annuncio. Per questo, andremo a monitorare tutti gli annunci di questo tipo. Arriveranno risultati eclatanti».
 

LA CASA della 40enne era frequentata da tantissime persone di tutte le estrazioni sociali. Aveva tra i suoi clienti medici, avvocati, professionisti, ma anche camionisti, operai, disoccupati. «L’altissima frequentazione dell’appartamento — spiega il colonnello Pastore — permetteva alla donna di incassare ogni giorno migliaia di euro. Tutto questo lo abbiamo ricostruito accorgendoci dei suoi invii continui di denaro».
 

Ma ora come farete a tassare quei guadagni?
«Cerchiamo di individuare i beni della donna, che potrebbero essere intestati ad altre persone».
 

Nulla impedisce alla 40enne però di lasciare l’Italia e dunque di far sparire denaro o beni?
«In effetti non ha alcun divieto da osservare, ma se possiede case o altro in Italia non sarà facile nasconderlo. Una volta individuati i beni, verranno sottoposti a sequestro e poi confiscati con vendita all’asta»