Pesaro, 1 aprile 2012 - DIECIMILA EURO, per pochi minuti di navigazione internet. A Ivan Agostini, 50 anni, ex sindaco di Carpegna, si è fermato il cuore quando un’addetta del call center di Fastweb, con voce un po’ esitante, l’ha chiamato, circa dieci giorni fa, per comunicargli questo consumo anomalo. Gli aveva appena letto l’importo della fattura Fastweb emessa il 29 febbraio scorso, con addebito su conto corrente, scadenza 25 marzo scorso. Il consumo anomalo, come racconta Agostini, è avvenuto in Egitto: «Ero in vacanza con la famiglia e mio figlio di 12 anni ha scaricato un paio di canzoni da computer portatile. Credo sia stato quello. Da lì la cifra astronomica». «All’inizio me la sono presa con l’addetta del call center — dice Agostini — poi però ho capito che lei non aveva colpe. Così prima di tutto ho bloccato il pagamento con la banca, visto che rischiavo l’addebito. Poi mi sono recato alla filiale e ho firmato un foglio con il quale toglievo il domicilio fiscale e contestavo il pagamento».

MA QUEI 10.499,57 euro, ad Agostini, ovviamente stanno tuttora indigesti. Cominciamo dall’inizio, per raccontare come si è arrivati a questa «follia», come la chiama lui. «Tempo fa volevo cambiare gestore — racconta Agostini — ma visto che Fastweb mi dava anche la possibilità di aver una chiavetta, ho rinnovato il contratto con loro. E siccome mio figlio ha un notebook, ce lo siamo portato in Egitto, dove siamo andati per due settimane, a gennaio. Lì mio figlio lo usava liberamente, io non pensavo ci potessero essere questi problemi. E’ stato lì, credo, che il computer si è agganciato in roaming a un altro server, e ha registrato quel consumo assurdo». La fattura indica il consumo del 19 gennaio, a partire dalle 13,17. «Per i gestori dovrebbe esserci — protesta Agostini — l’obbligo di bloccare il roaming, quando questo comporta tali consumi. E deve finire anche il fatto che a seguito di quell’incidente arrivi la fattura e ci sia quindi la possibilità di pagare. Io quei soldi non li avevo, ma se li avessi avuti e se nessuno mi avesse avvertito, come ha fatto quella ragazza del call center, me li avrebbero addebitati...».

UNICA «scappatoia», per Agostini, è stato rivolgersi a una associazione di consumatori. Lui ha scelto l’Adusbef, nella persona dell’avvocato Floro Bisello, dirigente nazionale e responsabile regionale dell’associazione. Il quale annuncia per le prossime ore l’invio di un reclamo a tutte le autorità di controllo (l’Ag com, l’autorità per la garanzia nelle comunicazioni, il Corecom, oltre al Ministero della Comunicazione) e di un esposto alla procura di Milano, competente territoriale nel caso, in cui evidenziare... «... intanto — annuncia Floro Bisello — l’assurdo che pochi minuti di connessione arrivino a costare oltre 10mila euro. Il contratto stipulato dal mio cliente non prevede i costi di tale roaming, invece su tali costi ci deve essere piena trasparenza e informazione. Tra l’altro, Fastweb, come scritto all’articolo 20 delle condizioni generali di contratto, si riserva anche ‘di sospendere precauzionalmente in tutto o in parte i servizi e/o di recedere con effetto immediato dal contratto’. Ma se l’utente, in generale, avesse bisogno del telefono per un’urgenza?». Agostini è ancora collegato ma quei 10.500 euro ancora non li ha pagati. Ieri abbiamo provato più volte a contattare Fastweb, senza riuscire a parlare con nessun drigente. Fastweb dice anche che i servizi «non potranno esser fruiti dal cliente fuori dal territorio nazionale». E’ quello l’inghippo?

Alessandro Mazzanti