Pesaro, 2 giugno 2012 - C’E’ SEMPRE una strada che porta lì. Dove? Al sesso. E’ accaduto anche per Fiscopoli. Dalle intercettazioni è spuntata una pista che ha condotto dritti dritti ad appartamenti per sesso a pagamento. Le camere da letto le metteva a disposizione un imprenditore, di cui non è stato rivelato il nome e che ora è sottoposto ad indagine per sfruttamento della prostituzione, mentre la clientela era varia, ma particolarmente in vista a Pesaro: professionisti, direttori di banca, commercianti. Anche le donne che si facevano pagare (tariffe da 500 euro in su) non erano del mestiere ma insospettabili casalinghe, impiegate, professioniste. Senza tanti giri di parole, lo facevano per arrotondare, al riparo da tentennamenti. A dire il vero, anche le donne volevano essere al riparo da sguardi indiscreti e per questo preferivano «lavorare» a Cattolica piuttosto che a Pesaro.

MA QUESTO filone d’indagine all’insegna del «bunga bunga» casereccio, stralciato dal fascicolo Fiscopoli, è ancora aperto, anche se per poco. La procura si appresta a chiudere e dovrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio per l’imprenditore che metteva a disposizione le sue case per gli incontri a pagamento oppure se procedere con la richiesta di archiviazione per mancanza di riscontri certi (oltre alle intercettazioni) di quelle serate a base di sesso in cambio di favori. Per decidere quale strada scegliere, è probabile che a partire dall’imprenditore passando per le donne che frequentavano le case in cambio di denaro, verranno interrogati dai magistrati che si sono occupati di Fiscopoli, in particolare il pm Maria Letizia Fucci e la collega Monica Garulli oltre al procuratore Manfredi Palumbo.

Ma dall’attività investigativa (soprattutto intercettazioni) erano emerse anche altre «attitudini» particolari di vari protagonisti, con frequentazioni addirittura quotidiane di prostitute. Il che però, dall’età della pietra in poi, non è mai stato un reato.

ro. da.