Pesaro, 13 giugno 2012 - IERI il sole è tramontato alle 20.52. Ovviamente sul mare. Ma il dibattito sulla questione del muro di contenimento previsto dai lavori per il nuovo molo non ha atteso l’alba per riprendere. E’ continuato anche dopo il crepuscolo.
Sulla vicenda è intervenuto Giuseppe Cofano presidente provinciale Fiepet Confesercenti e concessionario della struttura che oggi ospita il Moloco. «Una doppia veste — ha voluto subito specificare — che non genera alcun conflitto di interessi perché parlo prima di tutto nell’interesse della città. Sull’opera, che andrà a modificare irrimediabilmente il paesaggio di una delle zone più belle di Pesaro, ho letto commenti anche sarcastici che mi hanno lasciato l’amaro in bocca».

«Più che legittimo — prosegue — è lavorare per lo sviluppo di Pesaro e della sua economia, all’interno della quale il nuovo porto sarà, ci auguriamo, una pedina importante, ma legittimo è anche chiedersi: davvero non ci sono alternative? Davvero l’opera, pensata anni fa, oggi è ancora valida, considerato che anche alcuni esperti sostengono l’inutilità del muro di contenimento? Da una parte ci sono questi dubbi, dall’altra una certezza: il paesaggio è componente essenziale della nostra economia ed è ciò che qualifica la nostra offerta turistica, così come la difesa del bello, nel quale rientra a pieno titolo anche un tramonto sul mare. Non è un vezzo da esteti — conclude Cofano —, ma uno degli aspetti che fanno la ricchezza di una città, dei suoi abitanti e di un intero paese».

INTANTO le opinioni si intrecciano su facebook e sul nostro sito dove il 62% dei lettori si è espressa contro la realizzazione del muro, il ‘contenimento’ del terzo molo, che cancellerà il tramonto e una fetta di San Bartolo. In effetti questo clima referendario ha semplificato il problema: in ballo non c’è il piacere dell’aperitivo con vista mare o gli interessi di un locale (il Moloco). Lo spettacolo che va in scena da metà maggio ai primi di agosto (e non solo una quindicina di giorni) appartiene a tutta la città ed è un problema più reale di quello che sembra. Il motivo per cui la gente si sposta da una città all’altra, da un luogo all’altro, non è certo per vedere l’ultima lottizzazione o l’ennesima colata di cemento. Ed è ovvio che le insfrastrutture sono importanti: ma lo sono davvero solo se servono a tutta la comunità e non solo a una parte di essa. I primi due esempi che vi vengono in mente sono le piste ciclabili e il nuovo stadio. Le prime se le godono tutti, il secondo solo quello che ha potuto costruire sull’area di quello vecchio.

p.an.