Urbino, 17 giugno 2012 - Sono tornati. Quest'anno sono 51 gli studenti della summer school Iei Media collegata agli Atenei Iowa State University e James Madison University che stanno rivoltando il territorio come un calzino in cerca di «news and good story» da pubblicare sul proprio giornale on-line, prima di ripartire per gli States.

Del resto anche se i volti cambiano tutti gli anni, il loro approccio, da giornalisti in erba, è inconfondibile. Fanno domande, prendono appunti, scattano foto, girano videointerviste un po' a tutti, ma mai a caso, perché la programmazione è ferrea e i risultati si vedono. Tanto che, grazie alla regìa del team tecnico coordinata dal fotografo premio Pulitzer Dennis Chamberlin, il progetto della Iei summer school di Urbino, nel 2011 ha vinto l'«Eppy Award», ambito riconoscimento degli editori statunitensi. Una bella soddisfazione per l'altro Pulitzer che insegna al corso, il giornalista Bob Marshall , firma di punta del New Orleans Times Picayune e «watch dog» di lungo corso che insieme agli altri insegnanti anche quest'anno ha raggiunto Urbino per tirar fuori dai ragazzi tutto il loro potenziale.

«Il progetto della summer school in Urbino - racconta Dennis Chamberlin - si è distinto per qualità. L'anno scorso abbiamo lavorato bene perché abbiamo trovato un ambiente fertile: gli urbinati sono persone generose e disponibili. Si prestano: condividono le loro esperienze con i ragazzi aiutandoli nel primo approccio con una realtà sconosciuta e spesso difficile per via della lingua. La città ha una misura che permette ai ragazzi di prendere confidenza: la logistica grazie all'accordo fatto con l'Ersu (alloggi nei collegi universitari, aule vicine al centro storico) è congeniale alla didattica per cui riesci a sfruttare le ore di teoria e le attività sul campo. Con solo quattro settimane, il tempo è prezioso: ecco perché apprezziamo il trasporto pubblico che ben collega Urbino sia con i dintorni che con Pesaro e Fano, altri centri preferiti dagli studenti ».

Se dovessero migliorare qualcosa, gli americani non hanno dubbi: «Occorrerebbe aumentare la dotazione di informazioni in lingua inglese». Secondo quanto sperimentato dal corposo gruppo, infatti, troppo spesso è difficile cogliere le opportunità culturali offerte dalla città e dal territorio limitrofo perché nonostante la vocazione turistica e le aspettative di internazionalizzazione, Urbino in molti casi non si pone il problema della traduzione in inglese.

A spezzare una lancia in favore del sistema di accoglienza, però ci ha pensato Fratterosa con il suo museo delle terracotte, promosso a pieni voti dagli americani, perché «ben fatto, molto interessante » e soprattutto ...multilingue. Per il resto, «Urbino è un luogo dove ci piace tornare e torneremo anche il prossimo anno» conferma Chamberlin. Tanto che per gli americani si può addirittura parlare di un «Urbino life style» che in pratica consisterebbe nel trascorrere proprio nella piazza ed in centro i momenti di dialogo, confronto e divertimento.

Superato lo shock del caffé espresso, per quantità decima parte del classico american coffee servito da Starbucks, agli americani piace la dimensione pubblica urbinate. Tanto da modificare le abitudini americane. Ovvero?

«Appena arrivati sono andati in piazza col computer collegati a Facebook» mentre se gli dai il tempo di adeguarsi ai ritmi locali «li ritrovi a chiacchierare fino a mezzanotte tra i tavolini con i loro coetanei. Basta una settimana: già questo per i nostri giovani è un'esperienza costruttiva». Bene quindi sui servizi (tra cui la buona copertura Adsl, valore aggiunto in Italia, ma standard scontato nei college americani) e il clima di familiarità. Altri pregi?

«La centralità del territorio». Dopo due settimane, infatti i week end liberi gli studenti li usano per girare un po' per lo stivale: «un gruppo è partito per le Cinque terre - conferma Chamberlin- mentre altri sono arrivati a Firenze». Se le storie raccontate dai corsisti l'anno scorso sono visibili all'indirizzo http:// 2011.inurbino.net (dove troneggia la norcineria di Pierluigi Nieddu) per le storie di quest'anno c'è da aspettare il 30 giugno: all'indirizzo http://2012.inurbino.net compariranno le storie dedicate alla mostra della «Città ideale», quelle sull'immancabile «good food» e molto altro ancora, incluso l'Urbino Press Award che li ha attratti fin da noi.

di Solidea Vitali Rosati