Pesaro, 25 luglio 2012 - EFFETTO boomerang dei bed & breakfast: alcuni B&B procurano danno al turismo. La denuncia è chiara, diretta e fatta da Confcommercio su segnalazione degli albergatori. «Quella che nasceva come una formula per sviluppare un turismo diverso è diventato invece un mercato parallelo incontrollabile.

E’ necessario pertanto che venga ripristinato lo scopo iniziale per cui i B&B sono nati, nel rispetto dei ruoli e della professionalità degli operatori». Per questo la Confcommercio di Pesaro e Urbino ha inviato una lettera alle amministrazioni comunali della costa «affinché vengano attuate maggiori misure di controllo verso il fenomeno dei B&B».

«Questa particolare forma di ricettività — spiega Marco Arzeni responsabile Fipe della Confcommercio — individuata dalla Regione con la legge del 2000, e che consente ad ogni privato cittadino di dare ospitalità in un massimo di tre camere a propria disposizione, ha assunto dimensioni sicuramente importanti ma che, per la loro caratteristica di non essere inquadrate in nessun regime autorizzatorio o imprenditoriale, sfuggono troppo spesso ad ogni forma di controllo o verifica di quei limiti che la stessa normativa impone. Ci risulterebbe infatti che il massimo dei sei posti letto, la saltuarietà dell’attività, l’obbligo di dimorare nella stessa abitazione o il somministrare prodotti tipici per la colazione vengano spesso ignorati e questo, è evidente, crea un serio danno a tutto il comparto della ricettività alberghiera ed extra-alberghiera per non parlare poi anche del sommerso e dell’elusione fiscale facilmente riscontrabile in questi casi».

INFURIATI gli albergatori della provincia, che proprio come facero anni fa i ristoratori nei confronti degli agriturismi... dichiarano ora guerra ai bed and breakfast. «Va bene la concorrenza, ma che non sia sleale — sottolinea Luciano Cecchini presidente degli Alberghi consorziati di Fano, Torrette e Marotta —. Solo a Fano ci sono circa 50 B&B: pensate a tre camere l’uno... fanno in totale quasi 4 alberghi della nostra portata, ovvero quelli a conduzione familiare con 30 camere a malapena. Per noi inizia ad essere un problema serio, perché c’è il discorso che i B&B sono in continua espansione, ma soprattutto arrivano le lamentele di associati che sono venuti a conoscenza del fatto che alcuni B&B della zona danno ospitalità ai turisti in più delle 3 camere previste dalla legge regionale. Ce chi ne ha almeno 5 o 6, e chi addirittura 7 o 8. Tutto ciò non è regolare. C’è un sommerso che non è quantificabile. Ed è difficile fare dei controlli, non avendo queste strutture neppure delle insegne, molto spesso. Se non ci fosse concorrenza sleale non ci sarebbero problemi perché i target sono diversi: i B&B attirano soprattutto i giovani, non le famigliole. Ma questi ti tirano giù i prezzi come gli pare. Nei siti magari si leggono prezzi uguali a quelli degli alberghi, ma poi pur di riempire i B&B abbassano di tanto le tariffe perché hanno molte meno spese di noi. Un albergo più di tanto non può scendere... E poi vi sembra giusto che noi siamo pieni di controlli, tra Nas, Finanza, Pubblica sicurezza... e loro niente? Noi dobbiamo registrare tutto: posti letto, presenze, entrate e uscite e loro... niente. Alla fine ci porteranno via non solo le famiglie (come ora), ma anche i gruppi»

Tiziana Petrelli