Pesaro, 16 novembre 2012 - «CHIUSO per precarietà». Sarebbe questo il cartello che in attualmente il direttore Marcello Di Bella vorrebbe appendere all'ingresso della Biblioteca e dei Musei Oliveriani. Nel senso che non ne va una dritta.

Nel senso che, detto in termini aulici come si conviene ad una istituzione classica come l'Oliveriana, «la natura e gli uomini li trattano da figliastri».

La parte sua la natura la fa regolarmente da anni, ogni volta che piove, convogliando all'interno dei locali del Museo Archeologico Oliveriano quantità più o meno consistenti di acqua che ancora non si è ben appurato da dove arrivi (lo si farà con una specie di endoscopia delle pareti da cui filtra). E naturalmente il copione si è ripetuto anche con le piogge di questi giorni costringendo il presidente Riccardo Paolo Uguccioni ad annunciare «la chiusura a tempo indeterminato del Museo archeologico per inagibilità dei locali conseguenti all'allagamento della terza sala ed alla necessità di interventi di riparazione e bonifica», con la conseguente cessazione di ogni attività, a partire dalle visite guidate e dalla aperture pomeridiane ordinarie e lo spostamento in altre sedi delle iniziative in corso.

Per esempio le lezioni di latino tenute con successo dal professor Vittorio Ciarrocchi hanno dovuto sfollare e sono state accolte - non tutto il male viene per nuocere - nella bella ed accogliente Sala delle Colonne di Palazzo Antaldi, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro che, come dice lo stesso Di Bella, «sembra fatta apposta», tanto che sarà chiesta al presidente Sabbatini ulteriore ospitalità.

Ma se piove dentro piove anche fuori e questa volta l'acqua che ha allagato metaforicamente l'Ente Olivieri è arrivata dalla Regione Marche la quale non ha ammesso a finanziamento il progetto proposto dall'Oliveriana all'interno del bando «I luoghi dell'animazione» che consisteva nella quarta edizione del «Salone della parola», la manifestazione con la quale, al suo debutto, l'ente risvegliò la città dal torpore estivo.

Nella valutazione della commissione regionale, quel progetto si è piazzato al 40° posto della graduatoria su una settantina di partecipanti e dunque ben lontano dal podio che prevedeva l'erogazione di contributi. «Non ho elementi per recriminare sul comportamento della Regione - dice signorilmente il direttore Di Bella il quale ammette però di essere rimasto deluso dall'esito della selezione- ma è certo che il nostro progetto coinvolgeva sicuramente i giovani con 21 partner di alto livello fra cui istituti come l'Isia, i licei, la Fondazione Cassa di Risparmio. Ripeto: era un progetto mirato molto sui giovani. Ma così è».

Franco Bertini