Pesaro, 23 gennaio 2013 - RIVOLUZIONE IN VISTA per le badanti ospedaliere. Non possono essere semplicemente iscritte in un foglietto appeso ad un muro della corsia o peggio, farlo in «nero». La Camera di Commercio avrebbe chiesto alla Guardia di Finanza di acquisire i loro nominativi dai vari reparti ospedalieri del San Salvatore e del Santa Croce perché le badanti che svolgono assistenza interna devono essere iscritte alla Camera di Commercio (80 euro l’anno) come imprese mentre ora qualche addetta ha solo la partita Iva. Ci scrive il vicesegretario della Camera di commercio Lorenzo Zandri: «L’attività di badante dal punto di vista normativo può essere descritta come attività di “Servizi di assistenza alle persone, domiciliare o presso strutture ospedialiere, case di cura e ricovero, codice Ateco 88.10 assistenza sociale non residenziale per anziani e disabili”
Nel caso in cui l’attivitià sia svolta non alle dirette dipendenze del malato o del disabile è riconducibile all’attività imprenditoriale nella forma dell’impresa individuale se svolta con continuità e dietro compenso economico. Per approfondimenti si veda la pagina del sito internet della Camera di Commercio di Pesaro Urbino - Portale Registro Imprese - voce «Attività economiche iscrivibili».

«L’ISCRIZIONE al Registro delle Imprese — continua Zandri — è obbligatoria e viene richiesta con la “comunicazione unica per la nascita dell’impresa in un giorno”. Attribuisce automaticamente anche la partita Iva (tramite un collegamento telematico con l’Agenzia delle Entrate) oltre che creare una posizione previdenziale e assistenziale presso gli enti competenti (Inps e Inail). Solo con l’iscrizione al Registro delle Imprese si può affermare che l’attività sia legittima e quindi non abusivamente svolta. Per il caso specifico sono già in corso contatti tra la Camera di Commercio e le direzioni ospedaliere per l’acquisione dei nominativi delle «badanti» da iscrivere al Registro delle Imprese». Una richiesta già avanzata da tempo la cui risposta è stata semplice: «Venite a consultarla».

LA PROTESTA sull’attività in «nero» di molte badanti ospedaliere è stata sollevata da Elena Romanescu, 34 anni, rumena, responsabile di una cooperativa di badanti fino a qualche mese fa. Lei, lavorando in regola, è stata costretta a chiudere per mancanza di lavoro «mentre ci sono decine di queste donne — dice — che senza rilasciare alcuna fattura guadagnano anche 9mila euro al mese visto che assistono, per modo dire, a tre anziani per notte al costo di 80 euro ciascuno». 

Roberto Damiani