Frontone (Pesaro-Urbino), 11 febbraio 2013 - VA BENE che le Marche siano affini più ai bagni di mare che alla discesa libera, ma non è obbligatorio spendere due volte una cifra per far funzionare un impianto di risalita. Come sta accadendo per la bidonvia del Monte Catria, in provincia di Pesaro e Urbino. L’impianto, rinnovato, è stato inaugurato nel gennaio 2009, dopo avere acquistato 106 ‘bidoni? Dalla ditta ‘Ccm’ di Torino. Intervento indispensabile per far ripartire una struttura risalente agli anni ’80. Ma ora, dopo quattro anni, i bidoni sono semplicemente da buttare. Nemmeno la ditta costruttrice, nel proprio sito, ha avuto il coraggio di scrivere esattamente il tipo di impianto realizzato. Si legge nella home page della «Ccm» tra le opere fatte: «Infine è stato realizzato l’ammodernamento della cabinovia biposto “Caprile – Monte Catria” a Frontone (Provincia di Pesaro Urbino). Si tratta di un impianto con cabinette biposto che porta gli sciatori sul Monte Catria...». Cabinette biposto? Errore. Sono semplici bidoni aperti in ferro neppure zincato, colorati di giallo, che si sono rapidamente arrugginiti.
 

ALLORA la Regione Marche non volle comprare il modello zincato perché costava troppo. Adesso mette a disposizione un milione di euro per «l’ammodernamento e il potenziamento degli impianti di risalita esistenti compresa la realizzazione di opere accessorie». In altre parole, si chiama «toppa per coprire il buco». La Provincia di Pesaro e Urbino prova a concorrere al bando per ri-partire con un impianto moderno. Eppure per non farlo affondare una seconda volta dopo il primo inabissamento degli anni ’80, il comune di Frontone insieme alla Provincia di Pesaro e Urbino hanno preso delle contromisure. Spiega il sindaco Francesco Passetti: «Posso dire che quei bidoni gialli erano stati acquistati prima del mio arrivo in Comune e comunque è stato fatto un acquisto senza uno studio analitico alle spalle. Si pensava di rifarlo uguale a quello degli anni ’70. Così costava meno. Ma è stato uno sbaglio, che ora si va a correggere. Purtroppo mancando una progettualità alle spalle, era facile fare delle valutazioni sbagliate. Voglio anche dire che dal 2004 ad oggi, la Regione ha elargito 18 milioni alle piste del Maceratese, ammodernandole in continuazione, mentre per la provincia di Pesaro e Urbino sono stati spesi appena 6 milioni di euro. Si capisce subito che siamo stati penalizzati, pur avendo 6000 presenze annue. Quindi, gli errori del passato non debbono impedirci di investire e di guardare con ottimismo al futuro».

Roberto Damiani