Pesaro, 7 marzo 2013 - E’ una corsa contro il tempo, con i minuti contati, per dare al piccolo Federico e ai suoi genitori la possibilità, almeno, di una speranza. Tiziana Scucco, il legale dei genitori del piccolo affetto dal morbo di Krabbe, sta accumulando e selezionando in queste ore elementi nuovi, documenti aggiuntivi e in generale tutto il materiale utile esistente nella letteratura medica, italiana e internazionale, da inserire nel reclamo che sta preparando per dimostrare che il metodo Stamina può avere concrete possibilità di riuscita per impedire la morte del bambino. I medici avevano sentenziato pochi mesi di vita per il piccolo.

Entro i primissimi giorni della prossima settimana il legale depositerà il reclamo che sarà visionato dal collegio dei giudici — tre del Civile, tra i quali sicuramente il presidente del tribunale, Mario Perfetti — e sul quale lo stesso collegio si pronuncerà: decidendo se riformare o meno il provvedimento del giudice del lavoro Maurizio Paganelli, che come noto, nei giorni scorsi ha autorizzato la cura compassionevole consistente nell’infusione di cellule staminali adulte (quelle del padre) al piccolo.

Il problema è che il giudice Paganelli ha proibito che questo tipo di infusione venga effettuato con il metodo Stamina, già bocciato dal ministero della Salute e già oggetto di un indagine del pm Guariniello, per una serie di irregolarità nelle procedure mediche adottate. Nello stesso tempo, il metodo Stamina è l’unico ritenuto dai genitori del bambino, Tiziana e Vito, in grado di poter dare una speranza di guarigione al loro Federico. Fondamentalmente per un motivo: perchè secondo molti, compresa ovviamente la coppia di Cuccurano, esistono dei precedenti (che la scienza però non riconosce) che dimostrerebbero l’efficacia delle cure con quel metodo, messo a punto dal professor Davide Vannoni, che lavora negli ospedali Riuniti di Brescia. Uno dei precedenti è quello di Sofia, l’altra bambina affetta da una malattia degenerativa, anche lei già al centro di una battaglia giuridica e dell’interesse nazionale.

“Credo e spero che i giudici fisseranno l’udienza pochi giorni dopo aver letto il mio reclamo — dice l’avvocato Cucco — a quel punto l’udienza sarà unica e si pronunceranno. Anche nel caso in cui lo facessero contro la nostra richiesta, richiederemmo un nuovo provvedimento di urgenza”.

Nel frattempo, il legale notificherà nei prossimi giorni anche la richiesta di un parere alla Procura della Repubblica di Pesaro. La cui indicazione, anche se al momento ufficiosa, è di dare il parere favorevole alla richiesta dei genitori. Il principio è semplice: si tratta di una cura la cui somministrazione non comporta nessun tipo di danno, al bambino o ad altri; si tratta di una cura che costituisce la speranza ultima di due genitori disperati; si tratta di una cura che nel peggiore dei casi sarà stato un palliativo che non ha funzionato. Ma è un tentativo da fare per evitare il peggio, la consapevolezza cioè che per strappare Federico alla morte non sono stati usati tutti i mezzi possibili.
 

ale. maz.