Pesaro, 23 marzo 2013 - Da quando, l’8 marzo scorso, i ladri «acrobati» erano entrati nella sua casa mentre lei si trovava in salotto, e le avevano rubato gli affetti del marito morto un paio di anni prima, non si era più ripresa. Un lento, inesorabile declino, quello di una donna di 85 anni residente a Pantano, nella zona del San Decenzio, cultimato con il decesso. L’anziana è morta infatti ieri all’ospedale San Salvatore, dove le sue condizioni, fino all’8 marzo scorso buone, erano progressivamente peggiorate proprio a causa di quell’episodio criminoso che aveva dovuto sopportare e che non ha saputo superare, vista l’età e il dispiacere procuratogli.

I fatti risalgono all’8 marzo scorso quando una spericolata banda di ladri-acrobati aveva preso di mira alcune abitazioni di Pantano in orari insospettabili: dopo cena. Un gruppo probabilmente proveniente dall’Est, allenato e informato, stando alla dinamica dei colpi messi a segno, visto che aveva individuato abitazioni con anziani soli in casa. Tra queste anche un appartamento al primo piano dove abitava l’85enne che, attorno alle 22, si trovava in salotto. E mentre lei guardava la televisione, i ladri, sfondata la finestra e azionata la maniglia, mettevano sottosopra la camera da letto e gli ambienti vicini alla sala, approfittando anche del fatto che l’anziana non aveva un buon udito, e facendo razzia di ogni cosa trovata: oltre a denaro in contanti per circa cento euro, la fede e l’orologio del marito della donna, che l’85enne custodiva come ricordo della persona più cara deceduta un paio di anni prima.

Quando la donna stava per andare a dormire si è accorta del furto e da allora non ha più avuto pace: «Non era più lei, era una persona disperata, violata nella sua intimità. Era sconvolta dal fatto che i ladri fossero entrati in casa sua proprio mentre si trovava nella stanza accanto», raccontano alcune vicine di casa che hanno condiviso le crescenti difficoltà dell’85enne. Che fino a quel momento godeva di ottima salute, ma per la quale dall’8 marzo in poi la vita è cambiata: «Ha cominciato a preoccuparsi — raccontano ancora le amiche — ad accusare depressione, era disperata per il fatto che le avevano rubato i ricordi di suo marito, la fede, l’orologio, tutto quello che le rimaneva di una vita insieme. Aveva paura di andare da una stanza all’altra, di andare perfino al bagno da sola. Era agitata ogni giorno di più. Rivedeva le scene dei ladri in casa e riviveva il terrore del rischio, quello di incontrarli faccia a faccia, la paura di quello che poteva succederle. E’ stato un continuo peggiorare delle sue condizioni di salute, fino al ricovero dell’altro giorno. Abbiamo provato a tranquillizzarla, ma quell’episodio ha segnato profondamente la sua vita. Eppure prima del fatto sembrava tranquilla. Purtroppo ha pagato la cattiveria dell’uomo». Per il furto erano intervenuti i carabinieri.

Davide Eusebi