Pesaro, 19 aprile 2013 - LUCIA ANNIBALI è vigile e sta seguendo la sua vicenda, sia per quanto riguarda i risvolti giudiziari, sia per l’iter medico da seguire, come dimostrano le parole del padre, Luciano, tornato l’altra notte a Urbino: «E’ tutto da vedere, su tutti i campi: non mi faccia dire cose che ancora non sappiamo con certezza come andranno. Mia figlia ha detto che deciderà lei se e quando parlare con i giornalisti». La voce dell’avvocato Luciano Annibali, padre di Lucia, la professionista 35enne di Urbino aggredita martedì sera nell’androne di casa a Pesaro da un uomo che le ha gettato in faccia dell’acido, è sottile e stanchissima.
 

Il padre della ragazza, conosciuto ad Urbino per l’esercizio della professione con uno studio in piazzale Gonzaga, nel quartiere della Piantata, rimane cordiale, nella breve telefonata che siamo riusciti a fargli nel pomeriggio di ieri, ma è chiara la risolutezza nel voler mantenere ancora ampia riservatezza sulle condizioni della giovane, chiesta anche all’Ospedale di Parma, dove l’avvocatessa è ricoverata nel reparto di chirurgia plastica per grandi ustionati. Lucia Annibali è stata colpita con la sostanza corrosiva al volto e per questo le ferite riguardano sia la pelle sia gli occhi e i medici mantengono la prognosi riservata.

«OGGI (ieri, per chi legge, ndr) ha subito il primo intervento in cui è stata tolta la pelle necrotica, ma è tutto da vedere perché si deve fare un impianto per stabilire quanta parte è stata intaccata. Il processo è lungo e si vedrà alla fine se sarà necessaria una plastica — aggiunge il padre Luciano, sconvolto per quanto accaduto —. Non ho più nemmeno la forza di parlare». L’avvocato Luciano Annibali è dovuto rientrare a Urbino per questioni urgenti ma ripartirà nel weekend: a Parma, a fianco di Lucia, sono rimasti la madre, il fratello e la fidanzata di quest’ultimo. Non si escludono notizie positive per quanto riguarda le condizioni della vista, ma i sanitari aspettano di capire fino in fondo la portata dei danni. Di certo Lucia Annibali appare combattiva e vuole sapere tutto quello che accade fuori dalla sua stanza d’ospedale.
 

AD URBINO, l’aggressione ha scosso molti professionisti urbinati, per non parlare degli amici in città: «Le ho parlato nel pomeriggio prima che accadesse tutto — racconta un’amica — e ci saremmo dovute sentire il giorno seguente. Era tutto normale. Le ho telefonato in ospedale e mi ha risposto, abbiamo discusso di tante cose e lei sembra forte come sempre, ma aspetto di sentire novità dai suoi genitori e andarla a trovare sabato». Anche il presidente della Camera penale di Urbino Michele Ambrosini ha espresso la sua vicinanza alla famiglia e alla collega, «che non conosco bene ma ho potuto comunque capire che si tratta di una ragazza in gamba: sono molto più vicino, per età e rapporti, al padre, al quale do tutto il mio sostegno in una situazione come questa», a dir poco agghiacciante.
 

Lara Ottaviani

 

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