Pesaro, 1 maggio 2013 - La scorsa notte i carabinieri di Pesaro e Chieti hanno arrestato a San Salvo Marina Rubin Talaban, l’albanese di 31 anni ricercato dal 16 aprile scorso dopo che l'avvocatessa di Urbino Lucia Annibali era stata sfigurata con l'acido L’uomo era nascosto in un’abitazione con due connazionali, arrestati per favoreggiamento, e si preparava a partire per l’Albania. Stamattina, poco dopo le 3, è scattata l’irruzione dei militari nell'alloggio, dove non sono state trovate armi ma una certa quantità di denaro.

L’uomo, sorpreso in un’abitazione a San Salvo Marina (Chieti), ha tentato la fuga all’arrivo di 40 militari di Pesaro, diretti dal comandante provinciale col. Giuseppe Donnarumma, e di Chieti, ma è stato subito bloccato, e da quel momento si è chiuso nel silenzio. Ai militari è apparso freddo e controllato. L'irruzione ha portato ad arrestare oltre al ricercato - che tentava una ultima disperata fuga dalla finestra - anche due fratelli albanesi, pregiudicati e suoi compaesani di Scutari in Albania. Il piano di fuga si sarebbe perfezionato oggi, giornata festiva in Italia dedicata ai lavoratori, attraverso lo stratagemma di trasportare Rubin - soprannominato “Il gelido” per la sua freddezza nell’eseguire le sue gesta criminogene – su un itinerario stradale, espatriando dal confine aperto di Trieste, dapprima verso la Slovenia, percorrendo poi la costa dalmata e montenegrina, con destinazione finale Scutari. La fuga prevedeva l’uso di un furgoncino sul quale Talaban si sarebbe confuso tra gli altri passeggeri diretti per il ponte festivo verso l’Est Europa. Dopo il suo ennesimo tentativo di fuga dalla casa di San Salvo, reso vano dalla risolutezza dell’intervento dei carabinieri, si è stretto nel più stretto mutismo sotto il peso della corposa ordinanza di custodia cautelare che dettaglia le sue responsabilità nell’orrendo crimine perpetrato su una donna indifesa.

Talaban, originario di Scutari, è attualmente rinchiuso nel carcere di Chieti, a disposizione del gip. Secondo l’accusa sarebbe l’esecutore materiale dell’aggressione a Lucia, compiuta insieme ad un secondo albanese (Precetaj Altistin, arrestato 4 giorni fa in un casolare di Pesaro), e preordinata dall’ex compagno della donna, l’avvocato Luca Varani, entrambi già arrestati.

C'è anche un ‘colletto bianco’ tra gli indagati. L’uomo, non si sa se italiano o straniero, ma residente nelle Marche e ‘’molto ben inserito nella società’’, secondo quanto trapela da fonti investigative, avrebbe favorito il tentativo di fuga di Rubin Talaban.

L’albanese,  ricercato in campo internazionale poteva contare su una stretta rete di connazionali, molti dei quali ben inseriti nel tessuto criminale italiano; le indagini hanno puntato la loro attenzione in particolare su alcune persone capaci di assicurare il rientro in patria di Talaban, che in questi giorni di latitanza si era fatto crescere la barba proprio per nascondere un vistoso neo che avrebbe favorito alla frontiera la sua possibile localizzazione e cattura. Il ricercato doveva nascondere anche una lesione da acido che incidentalmente si era procurato durante la colluttazione maturata a seguito dell’ aggressione di Lucia Annibali, rientrata in casa dopo una serata in piscina.

 

I due albanesi, foto

L'agguato di via Rossi: i fatti

Il fermo dell'ex

FOTO: il luogo dell'aggressione

FOTO: il fermo di Luca Varani