Pesaro, 1 maggio 2013 - La Lega Nord protesta contro la nomina di Cécile Kyenge a ministro all’Integrazione, sostenendo che “va data la precedenza agli italiani”. Ma ci fu un tempo in cui la Lega Nord locale e la sorella del neo ministro, Kapya (Dora per gli amici) Nyenge, si allearono in nome della legalità e si stimarono. Al punto che l’allora segretario leghista Dante Roscini, ora consigliere comunale, pensò di candidarla alle amministrative del 2009.

La proposta non venne mai avanzata, restò sempre un’idea, ma fa comprendere il rapporto. L’avvicinamento tra Dora e il leghista Roscini avvenne nel maggio del 2008 su richiesta della 46enne originaria del Congo, in Italia da oltre vent’anni. Dora aveva appena ottenuto una casa popolare a Ginestreto, dopo 5 anni di attesa, ma non poteva entrarci perché la casa era stata abusivamente occupata da una famiglia marocchina. E lei chiese aiuto alla Lega. Così Dora spiegò all’epoca la scelta: «L’idea di rivolgermi alla Lega mi è venuta guardando uno dei manifesti del partito affisso su un muro cittadino, uno di quelli che mostrano un indiano rinchiuso nelle riserve. Ho pensato che c’era della verità, così ho deciso di chiamare un dirigente locale». E ancora: «Chiedere il rispetto delle regole non è razzismo, ci sono tanti immigrati come me che hanno sempre fatto il massimo per integrarsi e hanno sempre seguito la legge».

Dora ottenne la liberazione della casa due mesi dopo, nel luglio dello stesso anno, a conclusione della causa civile avviata dall’Erap. E così ringraziò sul Carlino coloro che l’avevano aiutata: «Ringrazio il sindaco, il Comune e l’Erap per avermi ascoltata, ma il grazie più sentito va al segretario della Lega che ha combattuto questa “battaglia” con me. Quando l’ho chiamato per chiedergli aiuto pensavo che mi avrebbe chiuso il telefono in faccia. Partivo con il pregiudizio che i leghisti ce l’avessero con tutti gli extracomunitari. Invece, è stato molto disponibile e quello che abbiamo ottenuto va a favore di tutti coloro che in futuro avrebbero potuto trovarsi nella mia situazione se noi non avessimo vinto questa “battaglia” per la legalità». Lei e Roscini non si sentirono più. Ma restano dichiarazioni e foto di una passata stima reciproca e di una “battaglia per la legalità” combattuta insieme.

pa. ba.